lunedì 1 novembre 2010

Pedofilia: la storia di un "femminiello" salvato da un prete. Salvatore Izzo recensisce il libro "Ladro di luce"

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Al Qaeda attacca una chiesa a Baghdad, è strage. Raccolta di articoli e invito alla preghiera

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Liberati gli ostaggi nella chiesa siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza. Bilancio pesante: almeno 7 morti e 20 feriti (Agi)

Ci dispiace per i Romani ma siamo contenti per questa bella notizia: città invasa dai ragazzi dell'Azione Cattolica :-)

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Padre Lombardi minimizza la contestazione: "Non è successo nulla"

Pio XII e il dogma popolare (Angela Ambrogetti)

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Il Papa: Dio non esclude nessuno, né poveri né ricchi. Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma vede in ognuno un’anima da salvare (Adnkronos)

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Il Papa: "Dio non esclude nessuno, né poveri né ricchi. Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma vede in ognuno un’anima da salvare ed è attratto specialmente da quelle che sono giudicate perdute e che si considerano esse stesse tali" (Angelus)

Martini invita a riscoprire lo "spirito" del Concilio. Lo spirito? Non sarebbe meglio invitare a leggere i testi? Non contento, definisce "sterile" la polemica sulla continuità o discontinuità con la Tradizione

Dalla parte di Ruby, dalla parte di Sarah: il bellissimo editoriale di Lucio Brunelli (per meditare!)

Luce del Mondo: Il Papa, la Chiesa ed i Segni dei Tempi. Introduzione di George Weigel. Qualche anticipazione sulle domande che Peter Seewald ha posto a Benedetto XVI

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Con grandissimo piacere e gratitudine ospitiamo questa recensione:

PEDOFILIA: LA STORIA DI UN FEMMINIELLO SALVATO DA UN PRETE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 1 nov.

La pedofilia e' un crimine che, al di la' dei proclami, rispetto alle sue reali dimensioni e' di fatto assai poco perseguito e punito.
Ed e’ troppo spesso ignorata dai media, che si interessano al fenomeno solo quando parlano di abusi commessi da sacerdoti.
Combattuto tuttavia strenuamente da tanti preti che mai si attribuiscono meriti per aver fatto quello che qualunque educatore dovrebbe fare: proteggere dagli orchi bambini e ragazzi, e tentare di strappare dalla morsa micidiale quelli che sono caduti nelle loro mani. Conosciamo don Fortunato Di Noto, il coraggioso fondatore dell'associazione Meter, ma degli altri che operano in silenzio non sappiamo e non sapremo mai nemmeno il nome. Uno di questi e' don Luigi, un prete di paese radicato tra la sua gente come una quercia.
Lo racconta, in "Ladro di luce", un romanzo verita' pubblicato da Serarcangeli, Josefa Rhocco. L'autrice ha inteso rispettare la privacy dello sfortunato protagonista della storia - da lei intervistato - modificandone il nome e ambientando la sua toccante vicenda in un contesto diverso del Sud, quel Cilento altrettanto arretrato e dolente che recentemente e' stato sulle prime pagine dei giornali per il sacrificio di un altro eroe che presto sara' dimenticato, il sindaco di Pollica e Acciaroli, Angelo Vassallo.
Proprio di uno dei piccoli borghi arrampicati sulla Costiera e' parroco don Luigi, mentre nelle suggestive grotte di questo incantevole tratto tirrenico si consuma un crimine gravissimo, lo stupro che segna il destino di Pietro, un ragazzino gia' ferito da disgrazie familiari e da un leggero handicap, condizioni che ne fanno un diverso agli occhi spietati dei suoi compaesani. "Vedi che ti e' piaciuto, non avevo dubbi, si solo nu povero ricchione", lo insulta il carnefice mentre, ricorda piangendo la vittima, "si tira su i pantaloni stringendoli con la cintura che in un colpo solo mi ha sfilato via dal collo".
La Rhocco non indugia nella descrizione della violenza eppure riesce a far percepire benissimo il terrore e il dolore del ragazzo ("sento che sto sanguinando, ma lui non si ferma") e il senso di colpa, immotivato ma fortissimo, che sopraggiunge: la vergogna di aver subito un atto dal quale si sente marchiato, l'incapacita' di reagire ritrovando il rispetto di se' ("questo buio e' dentro di me come un fuoco accecante ed e' rimasto il solo a guidarmi. Sempre avanti, senza piu' nessuna direzione"). E lo condanna a fuggire.
Giunto a Napoli senza un soldo in tasca, prova i morsi della fame e l'angoscia dello spaesamento. Nei bassi, vicino alla Stazione Centrale, dove cercava rifugio, diventa un 'femminiello' ("Tonia ha passato una linea diritta e nera sopra le mie palpebre, mi ha spalmato sul viso il fondotinta, 'perche' se no sei troppo scuro', mi ha detto ridendo, mi ha aiutato a indossare i pantaloni bianchi e la canottiera viola, mi ha prestato le sue scarpe basse di stoffa").
E finisce nelle grinfie di un boss senza scrupoli.
Negli anni '70, non c'eranoancora i trans e questi adolescenti efebici e infelici avevano un grande mercato. "Tu, proprio tu, quanto vuoi?", lo scuote una voce mentre e' assorto, rapito dalle luci delle auto che sfrecciano nella notte. All'improvviso gli si materializza davanti, sul marciapiede, "un uomo con un abito grigio, alto, largo di spalle". Sale con lui sull'auto e, benche' abbia contrattato un prezzo, subisce quello che nella sua mente - e dunque nella realta' - e' un nuovo stupro. Solo gli stupefacenti che lo stordiscono e la solidarieta' condivisa di altri disperati aiutano il giovanetto a sopportare le ripetute violenze e umiliazioni ("Ti ha fatto male ieri? Ti ci abitui, ti abituerai a tutto").
Droga e prostituzione uccidono pero' troppo vicino al ragazzo, e questo lo spinge a fuggire di nuovo per cercare l'aiuto del prete del suo paese, don Luigi: l'unica persona che - combattendo contro i pregiudizi dei benpensanti del luogo - aveva sempre mantenuto una porta aperta per lui, quella della piccola parrocchia "edificata su una roccia che se la guardi dal basso, laggiu' immerso nell'acqua, ti sembra un miracolo che possa mantenersi stabile". Il sacerdote, del quale, prima di andare a perdersi in citta', aveva tradito la fiducia tentando un furto in sacrestia, nonostante tutto lo riceve a braccia aperte. E trova le parole per consolarlo: "sai - gli dice - Dio lassu' ti ama cosi' come sei, Lui non ti chiede niente". Piano piano don Luigi lo rimette in carreggiata ("perche' non provi ad uscire questa mattina?", gli chiede paziente dopo mesi nei quali e' stato sempre accanto a lui in silenzio), fino ad aiutarlo a diventare parrucchiere, arte per la quale si rivela dotatissimo.
L'abilita' con cui riesce a dosare forbici, spazzola e phon, ed anche la conoscenza che a caro prezzo si e' fatto circa le debolezze del sesso maschile, decretano il successo del suo "salone". Cosi', per la prima volta, il giovane sembra superare quell'esclusione alla quale da sempre si era sentito condannato.
Ma le sofferenze di Pietro non sono finite: per non deludere il suo amico prete, e soprattutto per rispettare un'etica che avverte dentro di se' ma non sa spiegarsi, sceglie di vivere castamente la propria condizione di omosessuale. Cosi' deve di nuovo partire dal paesino quando avverte che il suo affetto per Francesco, un altro ragazzo aiutato da don Luigi, potrebbe trasformarsi in qualcosa di diverso da una semplice amicizia ("in quel momento mi resi conto che mai avrei potuto tradire la sua fiducia, perche' quell'abbraccio valeva piu' di un legame di sangue").
Il sacerdote capisce tutto e, ancora una volta in silenzio, riesce a salvare Pietro dai suoi fantasmi, trovandogli altrove un lavoro e un nuovo angelo custode, un'anziana signora generosa e sensibile. A Roma, dove si trasferisce definitivamente, Pietro vivra' tuttavia in una forzata solitudine. Ne', allontanatosi dalla parrocchia che lo aveva accolto salvandogli la vita, riuscira' mai piu' a pregare.
Il ragazzo diverso dai suoi coetanei, poi stuprato e sfruttato, e' ormai divenuto un adulto con tante cicatrici sul cuore, che gli impediscono di sentirsi fino in fondo figlio di Dio e chiamato alla salvezza. Ma la sua coscienza e' quella di un "cristiano naturale", inconsapevole del proprio credere profondo ma non per questo lontano. Significativamente la copertina del libro propone un dettaglio della Crocifissione del Tintoretto. Come la fronte del Cristo, grondano di dolore le parole che l'autrice ha raccolto dalla testimonianza dell'ex femminiello. Ma c'e' anche tanto lirismo nelle pagine del racconto, tanta ingenua sincerita'. E soprattutto - forse anche al di la' delle intenzioni di chi lo ha scritto - c’e’ l'eco della speranza cristiana in questo piccolo libro che non si propone altro che raccontare il dramma di una vittima e il coraggio di chi lo ha aiutato a sopravvivere. E ci riesce davvero bene.

© Copyright (AGI)

1 commento:

laura ha detto...

Sconvolgente il dolore di questo ragazzo, ma credo che il messaggio del libro sia quello di dare speranza e fiducia anche a chi è stato torturato nella carne e nel cuore. La scelta di vivere nella castità mi sembra coraggiosa e ammirevole, la definerei una strada inconsapevole verso la santità.