giovedì 4 febbraio 2010
In vista della beatificazione è battaglia sulla memoria di Papa Wojtyla. L'ex segretario contro il postulatore per un libro di rivelazioni (Apcom)
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Wojtyla/ In vista di beatificazione è battaglia su sua memoria
L'ex segretario contro il postulatore per un libro di rivelazioni
Apcom
Tutti per Wojtyla, ma ognuno a modo suo. All'avvicinarsi della beatificazione, che dovrebbe svolgersi a Roma il prossimo ottobre, si moltiplicano testimonianze, libri, prese di posizione sulla memoria di Giovanni Paolo II, che mostrano come molti siano gli estimatori del Papa polacco che ha regnato dal 1978 al 2005, ma altrettante sono le interpretazioni - e le divergenze d'opinione - sul suo pontificato. Al punto da dar vita ad una vera e propria battaglia all'interno della Chiesa cattolica.
WOJTYLA SI FLAGELLAVA? - Ha suscitato un certo scalpore, dentro il Palazzo apostolico, la recente pubblicazione di un libro su Giovanni Paolo II da parte del postulatore della sua causa, Slawomir Oder. Il volume 'Perchè è santo', scritto dall''avvocato' della beatificazione del Papa insieme al giornalista di 'Famiglia Cristiana' Saverio Gaeta, riporta alcune rivelazioni emerse dalle testimonianze delle 114 persone interrogate dalla congregazione vaticana per la Causa dei santi per l'istruttoria su Wojtyla. Le perplessità non si sono appuntate solo sull'opportunità che un funzionario coinvolto in un processo ancora in corso pubblichi un libro che attinge, oltretutto, a testimonianze rilasciate anonimamente al competente dicastero vaticano. La stessa veridicità delle testimonianze ha fatto aggrottare più di una fronte. A partire dalle pratiche di auto-flagellazione. "Nel suo armadio, in mezzo alle tonache - si legge nel libro edito da Rizzoli - era appesa sull'attaccapanni una particolare cintura per i pantaloni, che lui utilizzava come frusta e che faceva portare sempre anche a Castel Gandolfo".
Dopo alcuni giorni di silenzio - trascorsi senza che l''Osservatore romano' dedicasse neppure una riga di recensione al libro del postulatore - si sono levate le critiche di Gianfranco Svidercoschi, ex direttore del giornale vaticano, biografo di Wojtyla e coautore del libro 'Dono e mistero' con il Papa polacco, nonché personalità molto vicina all'ex segretario personale di Giovanni Paolo II, il cardinale Stanislaw Dziwisz. "Non credo che Giovanni Paolo II si flagellasse", ha dichiarato. Perplessità anche su altre rivelazioni (il progetto di rapimento del Pontefice da parte delle Br, il sostegno al santuario mariano di Medjugorje, l'ipotesi di dimissioni, la lettera aperta a Ali Agca).
Svidercoschi ha denunciato il rischio di "incorrere in interpretazioni che possono finire col falsare la figura e l'opera, come in questo caso, di un grande Papa". Passa qualche giorno e arriva la controreplica. "La flagellazione? Una ulteriore prova della sua santità e non il contrario", afferma al sito ultra-tradizionalista 'Pontifex' il cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito per la congregazione della Cause dei santi e braccio destro di Wojtyla in quella che i più critici ribattezzarono "la fabbrica dei santi".
Nel frattempo, in questi giorni il cardinal Dziwisz ha convocato a Cracovia il postulatore Oder per chiarire la vicenda. Sui contenuti dell'incontro, però, non filtra alcun commento. "Se lo ha fatto a titolo privato, affari suoi e nessuno è in grado di sindacare", ha invece commentato il cardinale Saraiva Martins. "Se invece si tratta di comunicazioni legate alla causa di beatificazione, il vescovo doveva anche per motivi burocratici, mettersi in contatto prima a Roma con la Congregazione". Più in generale, se la mortificazione corporale tende a essere considerata dal grande pubblico, al giorno d'oggi, come una prassi frequentata solo da cattolici di indole conservatrice, essa, nella storia della spiritualità cristiana, è ben più trasversale. "La mistica e l'ascetica sono un campo minato", commenta mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti ed esperto di storia della Chiesa. "Non conosco le testimonianze relative a Wojtyla ma sicuramente l'ipotesi delle flagellazioni potrebbe non essere compresa appieno dall'opinione pubblica, che su queste prassi può essere guardinga. Alcuni dettagli - spiega Marchetto - potrebbero non aiutare la comprensione della personalità del Papa o ridurlo a personaggio. Ma non è esatto. Va ricordato, ad esempio, che anche Paolo VI indossava il cilicio". Una fonte bene informata sul dossier Wojtyla alla congregazione per la Causa dei santi ribadisce il concetto: "Forse - afferma il presule che preferisce rimanere anonimo - qualcuno pensa che non sono cose che aiutano a vedere il Papa nella sua giusta luce. Ma questo non è vero. Un uomo è fatto da tutte le cose che dice e fa. Se per molta gente la mortificazione corporale è incomprensibile, bisogna mettersi nella prospettiva di fede del Papa e ricordare, poi, che nell'epoca in cui era stato formato erano pratiche normali se non raccomandate per un sacerdote. Non c'è nulla di strano".
Altri libri e altre testimonianze, prima di quella del postulatore, hanno creato fibrillazione all'interno della Chiesa cattolica. E' il caso di Wanda Poltawska. Rinchiusa in un campo di concentramento e sottoposta a esperimenti medici quando era piccola, la donna polacca incontrò successivamente Karol Wojtyla, che diverrà col tempo sua guida spirituale e amico fraterno. Fino al punto di chiamarsi reciprocamente fratello e sorella. L'intima amicizia tra i due era quanto di più casto si potesse immaginare, ma la sua frequentazione col Papa, prima, e la divulgazione da parte della Poltawska della corrispondenza con Wojtyla, poi, hanno destato in alcuni collaboratori del Pontefice la preoccupazione che si potessero sviluppare equivoci e speculazioni. Senza voler "polemizzare" con la Poltawska, il cardinale Dziwisz ha espresso, nei mesi scorsi, le sue perplessità.
"Non è corretto né giusto mettere in circolazione le carte private, a maggior ragione mentre è in corso il processo di beatificazione", ha avuto a dire l'ex braccio destra di Wojtyla, attuale arcivescovo di Cracovia. "La signora Poltawska pretende una unicità di rapporto e un legame speciale che non sussistono nella realtà". La polemica è "pretestuosa", taglia corto un prelato della congregazione per la Causa dei santi che preferisce mantenere l'anonimato. Le lettere della Poltawska, peraltro, sono state analizzate nel corso del processo di beatificazione e fanno parte della 'positio', il documento finale preparato dal postulatore. Dunque, niente di nuovo e, soprattutto, nulla di scandaloso. Ad ogni modo, poi, il libro della corrispondenza con Wojtyla, pubblicato con un certo clamore in Polonia, è stato appena tradotto in Italia dalla San Paolo col titolo 'Diario di un'amicizia. La famiglia Poltawski e Karol Wojtila'. Sempre sul rapporto tra la Poltawska e Wojtyla, poi, è in uscita il volume 'Karol e Wanda' (Sperling e Kupfer) scritto dai giornalisti della 'Stampa' Giacomo Galeazzi e Francesco Grignetti.
ACCELERAZIONI E FRENATE DELLA BEATIFICAZIONE - Anche sui tempi della beatificazione non tutti la pensano allo stesso modo. Dopo la firma del decreto delle eroiche virtù da parte del Papa, a dicembre, la strada è ormai spianata per una cerimonia che, salvo colpi d'arresto, si svolgerà a Roma nella metà di ottobre. Ma a tenere banco nei Sacri Palazzi, nei mesi scorsi, non è certo stata la mancanza di entusiasmo nei confronti di Wojtyla. Per il quale, peraltro, appena salito sul soglio pontificio Ratzinger ha azzerato i cinque anni che solitamente devono passare tra la morte e l'avvio del processo di beatificazione. Il punto è che ci sono delle procedure che vanno comunque rispettate scrupolosamente. Non solo. Giovanni Paolo II è morto solo nel 2005 e la valutazione storiografica del suo operato è ancora in corso. "L'aspetto storico e la valutazione della santità sono due aspetti distinti", spiega mons. Marchetto.
"Capisco l'esigenza di approfondimenti storici, ma la Chiesa si assume la responsabilità di una valutazione di altro tipo". Di recente ha espresso perplessità su una certa fretta nell'arrivare all'onore degli altari il cardinale belga Godfried Danneels. Poco prima di andare in pensione e l'incarico di arcivescovo di Bruxelles e primate del Belgio, il porporato, esponente di spicco dell'ala progressista del conclave, ha puntualizzato: "Il Papa è un battezzato come tutti gli altri. Dunque la procedura di beatificazione dovrebbe essere la stessa prevista per tutti i battezzati".
In un'intervista alla rivista di Andreotti 'Trenta giorni', Danneels ha poi criticato senza mezzi termini le pressioni dell'opinione pubblica, a partire da quel "santo subito!" che fu gridato nell'aprile del 2005. "Certamente - ha detto - non mi è piaciuto il grido 'santo subito!', che si è sentito ai funerali di Giovanni Paolo II in piazza San Pietro. Non si fa così. Qualche tempo fa hanno anche detto che si trattava di una iniziativa organizzata, e questo è inaccettabile. Creare una beatificazione per acclamazione, ma non spontanea, è una cosa inaccettabile". Alla congregazione per la Causa dei santi, ad ogni modo, l'istruttoria è proceduta speditamente nel corso di questi anni. Non senza qualche discussione e perplessità su alcuni aspetti controversi del pontificato di Wojtyla.
Ad esempio, i rapporti non sempre cristallini tra la Santa Sede di Giovanni Paolo II e il sindacato polacco di Solidarnosc. A quanto si apprende, alcuni stretti collaboratori di Wojtyla hanno rifiutato di testimoniare. La congregazione per la Causa dei santi, ad ogni modo, ha secretato alcuni atti di pontificato, e ha poi proseguito i lavori. A dicembre, infine, il via libera di Ratzinger. Ora manca solo una nuova istruttoria per accertare, con l'avallo medico, l'esistenza di un miracolo avvenuto per intercessione di Wojtyla.
Il postulatore ha già identificato il caso di guarigione di una suora francese che era affetta dal morbo di Parkinson. Solo a quel punto si potrà fissare con esattezza la data della cerimonia di beatificazione.
Le polemiche sulle flagellazioni, i libri del postulatore e di Wanda, la diatriba sui tempi possono mandare in tilt la preparazione della cerimonia di beatificazione? Le divergenze tra i protagonisti della vicenda possono mettere a rischio il percorso di Papa Wojtyla verso l'onore degli altari?
In Vaticano nessuno ci crede davvero, anche se c'è chi teme altre fibrillazioni e polemiche, di qui a ottobre. "Fa parte della complessità e della grandezza del personaggio", commenta un vescovo di Curia. L'organizzazione, certo, sarà impegnativa. Se molti fedeli e vescovi polacchi sognano una cerimonia a Cracovia, la beatificazione si svolgerà a Roma. E' la diocesi capitolina, infatti, ad aver istruito il processo. Solo una dispensa papale - oltre che robuste motivazioni politiche - potrebbero spingere ad un cambio di programma. Ipotesi tanto più improbabile perché in Vaticano molti - tra ex collaboratori di Giovanni Paolo e suoi estimatori - vedono l'appuntamento della beatificazione come un momento per celebrare il passato e rendere omaggio, nel presente, alla stessa istituzione del Pontificato. Il Vaticano, a quanto si apprende, si prepara a chiedere alla Presidenza del Consiglio il riconoscimento di "grande evento". La data più probabile è quella di sabato 16 ottobre 2010 (o il giorno dopo, domenica), in occasione dell'anniversario dell'elezione (16 ottobre 1978) dell'elezione di Wojtyla. Dopo il probabile via libera del miracolo, sarà la logistica a farla da padrone. Oltre il Portone di bronzo ancora ricordano casi tanto celebri quanto impegnativi di beatificazione. Per il fondatore dell'Opus dei, Josemaria Escrivà de Balaguer, si dovette ricorrere a navi da crociera attraccate al porto di Civitavecchia per accogliere i fedeli. Per Wojtyla la cerimonia dovrebbe essere anche più affollata. Ai suoi funerali - ricordano bene in Vaticano e al Campidoglio - accorsero oltre tre milioni di pellegrini. Tutti a Roma per un Pontefice che molti ammirano, ognuno a modo suo.
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7 commenti:
Ma che bello spettacolo!!!!!!!!!! Tutti i miei complimenti.
Da una parte un segretario
" fedele" che fedele non è stato non rispettando la volontà di Giovanni Paolo II e dall'altra un postulatore che pubblica un libro con verità vere o presunte.
Lasciate in pace Giovanni Paolo II ed abbiate rispetto della sua memoria.
E' una vergogna inaccettabile vedere due presunte persone affezionate e fedeli al defunto Pontefice dare questo spettacolo oltraggioso e controproducente.
della serie " QUELLI CHE AMAVANO WOJTYLA".
" Il card. Ratzinger il mio amico fidato"!!!!!!!!!
MEDITATE GENTE MEDITATE!
La sporcizia non ha fine!!!!!!!!
E poi senti da che pulpito viene la predica!!!!!!!! Chi era il depositario delle volontà di Wojtyla che non sono state rispettate? Possibile che nella storia di questo Pontefice che annovera tante lettere, encicliche, omelie, viaggi etc etc ci deve essere l'esasperazione di tutto anche a costo di ropvinarne la memoria?
BASTA! con questa mercificazione della sua vita è una VERGOGNA SENZA PRECEDENTI.
Ma dai... c'è niente di male in questo libro! E una questione clericale, che tocca l'orgoglio e l'invidia sacerdotale... E una tempesta di sacristia ...
qualcosa di male c'è eccome!!!!! Anche se non si vuole vedere....... è l'offesa della memoria di un Papa ed un Pontificato di cui si è data e si continua a dare soltanto una letture sensazionalistica e puramente mediatica. Tutto questo ovviamente, aggravato da un atteggiamento di un segretario ed un postulatore che, lasciano molto a desiderare.
rispetto il suo punto di vista. Ma penso che il venerabile si capisce solo con la sua interiorità. Poi, essere beato vuole dire che la vita è esaminata in profondita, come tutti. Solo che è a pocca distanza della sua morte e non siamo abbituati a questo. I media ? sono ne cattivi ne buoni. Ma il sevrvizio di stampa per il nostro ammatissimo Papa attuale e molto pocco performente. Giovanni Paolo poteva affidarsi di Ratzinger. Ora, non c'è un uomo all'altezza di Benedetto XVI. E solo con Gesù sulla cima del Golgota... ma c'é Maria... San Giovanni , i santi, e la folla...
Papa Benedetto sa.....
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