lunedì 19 aprile 2010

Lawrence Grech: «Ho visto il Papa piangere di emozione e mi sono sentito liberato di un grande peso» (Gagliarducci)


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Inqualificabile il comportamento di tg1 e tg2

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Lawrence Grech: L'incontro con il Papa è stato «il più grande regalo mai ricevuto dopo la nascita di mia figlia»

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IL PAPA A MALTA: VIDEO, FOTO, PODCAST

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Due anni fa, il 17 aprile 2008, per la prima volta nella storia un Papa incontrava un gruppo di vittime di preti pedofili a Washington

INCONTRO DEL PAPA CON LE VITTIME DI ABUSI: COMUNICATO DELLA SANTA SEDE

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Il Papa: Non tutto quello che il mondo oggi propone è meritevole. Molte voci cercano di persuaderci a mettere da parte fede e chiesa (Izzo)

Il Papa: "Molte voci cercano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa e di scegliere da se stessi i valori e le credenze con i quali vivere. Ci dicono che non abbiamo bisogno di Dio e della Chiesa" (Omelia)

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Parlano le vittime degli abusi
"Abbiamo visto il Papa piangere"


Andrea Gagliarducci

«Ho visto il Papa piangere di emozione e mi sono sentito liberato di un grande peso». Lawrence Grech, una delle undici vittime di abusi da parte di sacerdoti a Malta, è commosso dopo il suo incontro con Benedetto XVI. Lui, che ha rotto il muro del silenzio e da sette anni è in attesa di un processo civile contro quattro sacerdoti che hanno abusato di lui e dei suoi compagni, è probabilmente il più emozionato del piccolo gruppo di otto vittime che è stato fatto entrare nel Palazzo della Nunziatura poco dopo la Messa per incontrare il Papa nella cappella, «il regalo più grande della mia vita, dopo la nascita di mia figlia». Malta è l'ultimo baluardo cattolico d'Europa, senza legge per il divorzio, né per l'aborto. Nell'omelia della Messa, Benedetto XVI ricorda ai 40 mila maltesi accorsi che «non tutto quello che il mondo oggi propone è meritevole di essere accolto dai maltesi. Molte voci cercano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa e di scegliere da se stessi i valori e le credenze con i quali vivere. Ci dicono che non abbiamo bisogno di Dio e della Chiesa». Per il Papa, Malta è un esempio. «È significativo - dice - che voi abbiate saputo esercitare il discernimento nell'individuare il meglio di ciò che gli altri popoli avevano da offrire». Più tardi esorterà i giovani «a mantenere questa coraggiosa testimonianza alla santità della vita e alla centralità del matrimonio e della vita famigliare per una società sana», di fronte a una cultura «presentata con un grande potere persuasivo, rinforzato dai media e dalla pressione sociale da gruppi ostili alla fede cristiana», che promuove idee «in contrasto» con il cristianesimo. Durante l'omelia, il Papa non fa riferimento esplicito allo scandalo degli abusi su minori: afferma solo che i preti devono «rispettare la missione che hanno ricevuto». Ma lo fa Mons. Cremona, arcivescovo di Malta, che parla di «una chiesa abbastanza umile da riconoscere gli errori e i peccati dei suoi membri». Dopo la Messa, l'incontro «intenso e sereno» con le vittime, che arrivano in Nunziatura scortate dalla polizia. Racconta Grech che il Papa ha poggiato la mano sulla testa di ognuno di loro e li ha benedetti. Il Papa «era profondamente commosso dalle loro storie - riporta la Santa Sede - ed ha espresso la sua vergogna e il suo dolore per quello che le vittime e le loro famiglie hanno sofferto». Benedetto XVI ha detto che «sta facendo e continuerà a fare tutto quello che è in suo potere per indagare le accuse, assicurare alla giustizia coloro che sono responsabili degli abusi e applicare effettivamente le misure tese a salvaguardare i giovani in futuro». Allo stesso tempo, ha pregato perché quanti hanno commesso gli abusi «sperimentino la guarigione e la riconciliazione». L'ultimo appuntamento del Papa è l'incontro con i giovani sulla banchina del porto de La Valletta: il Papa li raggiunge in catamarano, ascolta le loro parole. Uno dei ragazzi chiede «di non ridurre la Chiesa allo scandalo pedofilia, pure gravissimo, ma limitato nelle sue proporzioni». Benedetto XVI risponde con un discorso nel quale invita a non trascurare la vocazione al sacerdozio, ricorda di diffondere il Vangelo, e chiede di «soccorrere il povero, il debole, l'emarginato; dobbiamo avere una cura speciale per coloro che sono in difficoltà, che patiscono la depressione o l'ansia; dobbiamo aver cura del disabile e fare tutto quello che possiamo per promuovere la loro dignità e qualità di vita; dovremmo prestare attenzione ai bisogni degli immigrati e di coloro che cercano asilo nelle nostre terre; dovremmo tendere la mano con amicizia ai credenti e non». Durante la cerimonia di congedo, il Papa ricorda a Malta l'impegno per l'accoglienza degli immigrati. «Sono fiducioso - dice - che, contando sulla forza delle radici cristiane e sulla lunga e fiera storia di accoglienza degli stranieri, Malta cercherà, con il sostegno di altri Stati e delle Organizzazioni internazionali, di venire in soccorso di quanti qui arrivano ed assicurarsi che i loro diritti siano rispettati».

© Copyright Il Tempo, 19 aprile 2010 consultabile online anche qui.

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