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Roma, 24 giu (Il Velino)
Procedono in mezza Europa le indagini sui casi di abuso commessi da esponenti della Chiesa. Oggi la Polizia belga ha perquisito l’arcivescovado di Malines-Bruxelles e anche l’abitazione del cardinale Godfried Danneels, ex primate del Belgio, che ha guidato la diocesi dal 1979 al gennaio scorso. Perquisiti anche i locali della Commissione Adriaenssens (dal nome del presidente), con sede a Lovanio, creata per esaminare i casi di abuso sessuale all’interno della Chiesa. Tutti i dossier (circa 450) sono stati requisiti dalle autorità. Come ha spiegato il portavoce della Procura di Bruxelles, Jean-Marc Meilleur, le perquisizioni “sono avvenute nel quadro di una pratica che è stata recentemente aperta, a seguito di alcune dichiarazioni riguardanti fatti di abuso sessuali nei confronti di minori, commessi da alcuni esponenti alla Chiesa”. L’obiettivo – ha aggiunto – è “raccogliere gli elementi” per capire se le accuse abbiano o meno riscontri. La chiesa cattolica belga è stata scossa nell’aprile scorso dalle dimissioni del vescovo 73enne di Bruges, che ha ammesso di aver abusato sessualmente di un ragazzo, per anni, anche dopo la nomina alla sede vescovile.
Intanto, a conclusione della riunione tenutasi a Mariazell il 22 e 23 giugno scorsi, i vescovi austriaci e sloveni hanno reso noto i contenuti dell’incontro, che ha avuto come tema principale proprio quello degli abusi. La principale novità consiste nella creazione della “Stiftung Opferschutz” (Fondazione per la tutela delle vittime) che provvederà a pagare gli indennizzi e le eventuali spese terapeutiche di quanti hanno subito violenze da parte di ecclesiastici. Attraverso questo istituto “verranno messi a disposizione fondi in misura necessaria per aiutare le vittime in modo rapido, non burocratico, umano e adeguato”. Il capitale della Fondazione – è stato indicato – provverrà dalle diocesi, da ordini o congregazioni religiose e anche da proprietà della Chiesa, ma non dal gettito delle imposte ecclesiastiche. Quanto all’assegnazione degli indennizzi ci si orienterà esclusivamente in base alle raccomandazioni della Commissione in difesa delle vittime nominata dal cardinale Schönborn un paio di mesi fa, e presieduta dall’ex governatore della Stiria, Waltraud Klasnic.
Le misure decise entreranno in vigore a partire dal primo luglio e dovranno essere applicate in tutte le diocesi entro il 31 maggio 2011, “affinché si garantisca che tutti coloro che operano nella Chiesa sono corresponsabili al fine di prevenire ancor meglio gli abusi e la violenza”. L’obiettivo principale - ha chiarito l’arcivescovo di Vienna - è far “arrivare giustizia e aiuto alle vittime”. I vescovi hanno nuovamente sollecitato la denuncia da parte delle vittime e l’autodenuncia di chi è colpevole di tali atti. “Se esiste un sospetto fondato, il presunto colpevole verrà sospeso dal servizio fino a che il fatto non sia definitivamente chiarito”, sottolinea il documento dei vescovi. Un aspetto importante è dedicato infine alla prevenzione: al riguardo, i vescovi hanno previsto l’attuazione di provvedimenti relativi alla selezione delle persone che svolgono il servizio ecclesiastico, alla specializzazione e all’aggiornamento, nonché all’istituzione di un centro per la tutela dei bambini e dei giovani in ciascuna diocesi.
Quanto alla Chiesa slovena, il presidente della Conferenza episcopale, monsignor Anton Stres, nell’omelia pronunciata ieri a Mariazell, durante la Messa che ha concluso l’assemblea plenaria, ha invitato ad avere “un atteggiamento coerente contro i casi di abuso sessuale”, solo così la Chiesa “può conservare la propria credibilità”. I casi di abuso “sono il pericolo più grande per la credibilità della Chiesa - ha detto -. Ogni uso del Vangelo di Dio per fini umani personali ed empi è un sacrilegio”. L’arcivescovo ha deplorato il fatto che “giovani affidatici per la loro formazione siano diventati preda dell’empietà di alcuni sacerdoti. Conosciamo le circostanze, i fatti sono dolorosi, così come i nostri compiti”. Ha quindi concluso: “Non può esistere contraddizione tra la nostra vita e i nostri sentimenti più intimi e il nostro modo di presentarci e parlare pubblicamente”.
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