sabato 12 giugno 2010

Il «bene» della pedofilia. Commento di Roberto Beretta


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Per mesi i media ci hanno rotto le "uova" pretendendo mea culpa e parole chiare dal Papa sulla pedofilia. E ora? Le parole non bastano più...comodo!

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Il «bene» della pedofilia

di Roberto Beretta

11 giugno 2010

Se è vero che persino dal male Dio sa trarre il bene, quale può essere il senso profondo, escatologico e forse addirittura «mistico» di questo scandalo?

«È inevitabile che avvengano scandali» (Mt 18,7 e Lc 17,1).
Chissà quante volte il misterioso detto evangelico è affiorato alla mente di tanti credenti, nel considerare in questi mesi le vicende legate alla pedofilia nella Chiesa. Se infatti è vero - e deve esserlo, per un cristiano - che nulla avviene «a caso» e che persino dal male Dio sa trarre il bene, qual è o quale può essere il senso profondo, escatologico e forse addirittura «mistico» dell’esplosione (esagerata o tardiva, giusta o sbagliata che sia, secondo i diversi giudizi) di questo scandalo? Che cosa vuol dirci dal punto di vista della fede, che cosa ci può lasciare di buono - quando sarà finalmente posato il polverone clamoroso dei media?
Io ci vedo almeno tre effetti positivi.

Primo: una salutare umiliazione del ritornante trionfalismo ecclesiastico. Proprio nel momento in cui, soprattutto in Italia ma non solo, la Chiesa sembrava aver superato la difficile fase della contrapposizione ideologica con le teorie atee o comuniste e poteva illudersi di adagiarsi finalmente nella confortevole culla di un’opinione pubblica non più pregiudizialmente avversa al «religioso» nonché nel riconoscimento di alcuni diritti acquisiti, ecco saltare fuori l’accusa più infamante a ricordarle il suo stato comunque imperfetto, la sua continua necessità di conversione. Se il sospetto più odioso viene a «sporcare» l’immagine di efficienza e trasparenza che con tanta fatica di progetti e programmazioni l’organizzazione burocratica clericale tenta di darsi, forse non è il segno che non bisognava cadere nella tentazione di considerarlo l’obiettivo?

Secondo effetto salutare: un piccolo riequilibrio «planetario» tra le Chiese. Quante volte abbiamo vissuto un inconscio complesso di superiorità nei confronti delle comunità cristiane dei continenti più «giovani», dove non per niente una delle difficoltà più cruciali è sempre indicata nelle difficoltà dei credenti a osservare la castità matrimoniale e l’obbligo del celibato per il clero! Noi abbiamo 2000 anni di storia ed educazione alle spalle, loro non ce la possono fare a essere «fedeli» al Vangelo come noi… Ed ecco puntuale, proprio sulle Chiese più «evolute» e «perfette» (dall’America all’Irlanda, dalla Germania del Papa all’Italia del Vaticano), una campagna mondiale che le addita come colpevoli di perversioni ben più pesanti di qualche «normale» adulterio (sarebbe interessante sapere che cosa ne pensano i fratelli cattolici africani dello scandalo pedofilia in Occidente...).

Terza conseguenza buona: il ridimensionamento dei peccati legati al sesso. Nessuno può negare che nella Chiesa ci sia sempre stata un’attenzione notevole, forse esasperata, per la morale sessuale; non di rado al clero e ai fedeli è stato istillato un senso di colpa speciale per le mancanze che avevano attinenza con la cosiddetta «purezza». Anche giustamente: perché le pulsioni e le passioni che si agitano in questa sfera risultano difficilmente controllabili e dunque hanno necessità di una prudenza maggiore; ma tuttavia a discapito di altri peccati, la cui gravità è passata ingiustamente in second’ordine: da quelli contro la giustizia sociale alle colpe contro la dignità delle persone, dagli imbrogli fiscali ai favoritismi politici. C’era dunque forse bisogno di un segnale per ricordare ai molti censori e ai tanti moralisti, che dai farisei in qui trovano spesso terreno fertile nelle classi sacerdotali (non solo in quelle, tuttavia), di non guardare soltanto la pagliuzza nell’occhio del vicino, ma anche la trave nel loro. Se ciò avvenisse, lo «scandalo» non sarebbe stato inutile.

http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=45

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi pare un po' farneticante come riflessione.

1) La Chiesa è perfetta, pura e immacolata. Se c'è qualcuno che sbaglia, sono i cristiani, i figli della Chiesa. Che devono detestare i propri peccati. Ma al contempo essere orgogliosi di essere stati chiamati dalla Misericordia di Dio a far parte della Chiesa, cioè del Corpo Mistico.
Beretta si esprime in modo secondo me un po' impreciso sul primo punto.

2) Transeat.

3) Il "ridimensionamento dei peccati legati al sesso" non è una cosa positiva. Ora, è vero che molti peccati sono più gravi di quelli contro il 6o comandamento (ad esempio: l'eresia, l'omicidio, divenuto così frequente con l'aborto, etc.). Tuttavia ricordiamoci che sant'Alfonso de' Liguori diceva che tutti i dannati sono all'inferno almeno con un peccato contro il sesto comandamento; alcuni sono lì solo per quello. La purezza è una virtù indispensabile e anzi, forse se dal male può venire il bene, questo è un rinnovat sforzo ad essere puri e casti.

Luca G.

Anonimo ha detto...

Muah; non mi convince troppo.. Ad esempio non so quanti considerino perfetto le Chiese del nord europa.
A numero di fedeli sono messi male; talvolta anche hanno problemi di ortodossia alla Dottrina..

Inoltre poi questo trionfalismo anche io non lo vedo troppo.. I Cattolici continuano a chiedere scusa per tutto (magari persino forse per cose che non abbiamo fatto)..

Anonimo ha detto...

è la seconda volta che Roberto Beretta perde un'ottima occasione per prendersi un giorno di vacanza. la prima quando liquidò su Avvenire Iota Unum di Romano Amerio come una delusione, dopo che di quest'opera tutti avevano parlato ma poi nessuna l'aveva letta (anche perché fino al 2008 nessuna casa editrice aveva acceattato di pubblicral tanto era potente la lobby modernista o neoterica come dice Amerio). Tutto ciò mi ha obbligato a comprarla e a leggerla... bè devo dire che neanche Roberto Beretta l'ha mai letta tanto meno letta tutta, ciò non ostante ebbe modo di pontificare!
La seconda è questa e il commento che condivido alla lettera è il primo (Luca G.)
è vero che la carta stampata prende tutto, però un po' di professionalità non guasterebbe.
don Achille S.

Anonimo ha detto...

L'unico aspetto positivo è che il Papa ora si è imposto come Capo, anche ai recalcitranti. Ed ha minacciato di usare il bastone. Speriamo lo faccia!