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Andrea Gagliarducci
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Lo fa durante una messa record con 15 mila concelebranti provenienti da 97 paesi diversi pronunciata a conclusione dell'Anno Sacerdotale, con parole chiare ed inequivocabili. «È successo - dice il Papa nell'omelia - che proprio in questo anno di gioia per il sacramento del sacerdozio siano venuti alla luce i peccati di sacerdoti, soprattutto l'abuso nei confronti di piccoli, nel quale il sacerdozio come compito della premura di Dio a vantaggio dell'uomo viene volto nel suo contrario», e promette di «fare tutto il possibile affinché un tale abuso non succeda mai più». È un enorme tappeto colorato di bianco che accoglie Benedetto XVI sul sagrato di piazza San Pietro: il conteggio ufficiale dice che a concelebrare con lui (alcuni necessariamente lontani dall'altare) sono 15 mila sacerdoti, ma l'agenzia AsiaNews ne conta 17 mila, tra cui 200 vietnamiti, in luogo dei 5 che avevano dato ufficialmente la loro partecipazione. I sacerdoti da soli riempiono praticamente l'intero sagrato.
Con un curioso effetto cromatico: il bianco è il paramento della liturgia che si celebra. Ma il colpo d'occhio fa sembrare che i sacerdoti accorsi si siano voluti stringere intorno a Benedetto XVI indossando paramenti dello stesso colore del vestito del Papa. La linea loro indicata dal Papa è netta: severità, accompagnata da un sostegno, «che aiuti gli uomini a poter camminare su sentieri difficili e a seguire il Signore». Il modello è quello del pastore che «ha bisogno del bastone contro le bestie selvatiche che vogliono irrompere tra il gregge; contro i briganti che cercano il loro bottino. Anche la Chiesa deve usare il bastone del pastore, il bastone col qual protegge la fede contro i falsificatori, contro gli orientamenti che sono in realtà disorientamenti». L'uso del bastone, ricorda il Papa, può «essere un servizio d'amore». Come nei casi di abusi coperti dai vescovi.
«Vediamo - ammonisce il Papa - che non si tratta di amore, quando si tollerano comportamenti indegni della vita sacerdotale». E non è amore nemmeno lasciar «proliferare l'eresia, il travisamento e il disfacimento della fede, come se noi autonomamente inventassimo la fede. Come se non fosse più dono di Dio, la perla preziosa che non ci lasciamo scappare via». I sacerdoti sono attenti. È ancora negli occhi la veglia di giovedì sera, cui ha partecipato anche il Papa: le immagini lo hanno mostrato quasi commosso a vedere quella moltitudine di sacerdoti in preghiera. «È molto interessante quello che il Papa ha detto ieri sera: il vero scandalo è quello della fede», afferma don Giovanni. A loro il Papa ha riaffermato l'impegno di essere sacerdoti, guide del loro gregge, nonostante l'anno sacerdotale sia stato caratterizzato dagli scandali sulla pedofilia.
Dallo scandalo, però, viene fuori una Chiesa turbata, ma non distrutta. Secondo il Papa sarebbero molti i giovani pronti a cogliere la sfida del sacerdozio. Ed per questo - dice - «era da aspettarsi che al nemico questo nuovo brillare del sacerdozio non sarebbe piaciuto: egli avrebbe preferito vederlo scomparire, perché in fin dei conti Dio fosse spinto fuori dal mondo». E si rivolge ai sacerdoti di tutto il mondo: «Consideriamo quanto è avvenuto quale compito di purificazione. Un compito che ci accompagna verso il futuro, e che tanto più ci fa riconoscere ed amare il grande dono di Dio».
© Copyright Il Tempo, 12 giugno 2010 consultabile online anche qui.
1 commento:
Quello di cui c'e' bisogno oggi nella Chiesa: la "Madonna del Soccorso".
http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/devozioni/mariana/trape/soccorso.html
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