venerdì 2 luglio 2010

Il NYT torna ad attaccare il Papa usando i soliti argomenti. La Santa Sede indica conferenza stampa per spiegare che la CDF è competente dal 2001


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Solito articolo del NYT in cui si ribadiscono sempre i soliti concetti.
Ancora non si e' capito che la Santa Sede e' competente per il crimine di pedofilia solo dal 2001 e che prima i processi canonici erano gestiti solo dalle diocesi.
Credo sia opportuno che FINALMENTE la Santa Sede prenda in mano la situazione e indica conferenza stampa per inculcare nei giornalisti che fanno finta di non capire ma soprattutto nei fedeli (questa e' la cosa piu' importante) il ruolo dell'allora cardinale Ratzinger, ora Papa Benedetto.
La situazione non e' piu' tollerabile. Ricordo che esiste il diritto di esigere rettifiche e che si puo' procedere a denuncia penale per diffamazione.
Forza e coraggio! Si dia un segno di cambiamento radicale della curia
.

New York Times contro Papa su pedofilia: "Rinvii e ostruzionismo"

In prima pagina esamina ruolo Ratzinger prima e dopo sua elezione

Roma, 2 lug. (Apcom)

Dopo la decisione della Corte Suprema americana sulla possibilità di processare la Santa Sede per un caso di molestie sessuali perpetrate dal clero locale, il New York Times torna oggi ad affrontare lo scandalo degli abusi con un lungo articolo che prende in esame il ruolo svolto da Benedetto XVI prima e dopo essere diventato Papa. E l'autorevole quotidiano statunitense in prima pagina sottolinea come "il futuro papa è stato parte della cultura della non responsabilità, della rimozione, di rinvii cavillosi ed esplicito ostruzionismo" da parte della Chiesa. "Più di ogni altro responsabile del Vaticano, fatta eccezione per Giovanni Paolo II, il Cardinale Joseph Ratzinger", al tempo in cui era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, "avrebbe potuto prendere misure decisive negli anni '90 per evitare che lo scandalo (della pedofilia, ndr) si diffondesse come una metastasi da un paese all'altro, crescendo in proporzioni tali da minacciare adesso di consumare il papato", scrive il New York Times. Il quotidiano ricorda come il Vaticano abbia tenuto un "meeting segreto" nel 2000 - dopo le ripetute preoccupazioni espresse dai vescovi anglosassoni sull'argomento - che l'anno successivo produsse la decisione di attribuire all'allora Cardinale Joseph Ratzinger l'autorità di occuparsi direttamente dei presunti scandali.
Ma il New York Times ricorda che l'ufficio guidato dal futuro pontefice, la Congregazione per la Dottrina della Fede, "aveva assunto già la competenza sui casi di abusi sessuali da circa 80 anni, nel 1922".
"Ma per i due decenni in cui è stato a capo di quell'ufficio, il futuro papa non ha mai affermato quella autorità", aggiunge il quotidiano. Il New York Times ricorda poi che "come papa, Benedetto ha incontrato le vittime di abusi sessuali per tre volte", ma il quotidiano non manca di sottolineare che "oggi la crisi degli abusi sta divampando nel cuore cattolico dell'Europa" e "il Vaticano, sotto Benedetto, sta rispondendo ancora agli abusi dei preti con il suo (personale, ndr) ritmo, mentre è assediato da un mondo esterno che vuole che si muova più velocemente e con più decisione".

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Ma il New York Times ricorda che l'ufficio guidato dal futuro pontefice, la Congregazione per la Dottrina della Fede, "aveva assunto già la competenza sui casi di abusi sessuali da circa 80 anni, nel 1922.

Falso!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"L'autorevole quotidiano statunitense"?
Autorevole DE CHE? Se conta balle!!!
"Il Cardinale Joseph Ratzinger, al tempo in cui era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, avrebbe potuto prendere misure decisive negli anni '90 per evitare che lo scandalo (della pedofilia, ndr) si diffondesse come una metastasi da un paese all'altro, crescendo in proporzioni tali da minacciare adesso di consumare il papato"!!!!!!!
E della eventuale (per loro auspicabile) consumazione del 'papato' a Lorsignori dispiace tanta, ma tanto!!!

Anonimo ha detto...

Tra l'altro c'è un'evidente contraddizione logica nell'articolo. Sappiamo bene infatti che la grandissima maggioranza degli abusi è avvenuta in un periodo collocabile tra la fine degli anni 50-inizio anni 60 e la metà degli anni 80'. Per cui l'allora cardinale come avrebbe potuto prendere NEGLI ANNI 90' delle misure decisive per arrestare la diffusione del fenomeno ? Con la macchina del tempo forse ?

Antonio