domenica 24 gennaio 2010

Caso Boffo, in un dossier riservato l’accusa: pressioni lobbistiche laiche e “spregiudicatezza ingenua” di un direttore autorevole (Il Foglio)


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Su segnalazione della nostra Fabiola leggiamo:

Vaticanologia applicata

Gli incontri di Ruini, Papa compreso, e gli ultimi fuochi del caso Boffo

In un dossier riservato l’accusa: pressioni lobbistiche laiche e “spregiudicatezza ingenua” di un direttore autorevole

E’ stato venerdì 8 gennaio che il bollettino ufficiale della Santa Sede ha comunicato: il Papa nella mattinata ha ricevuto in udienza il cardinale Camillo Ruini, vicario generale emerito di Benedetto XVI per la diocesi di Roma.
Tre giorni fa Ruini ha incontrato Silvio Berlusconi e Gianni Letta.
Il Foglio è in grado di fornire informazioni sull’incontro del Papa con Ruini di due settimane fa: tra i temi più importanti in agenda c’era il “caso Boffo”, tutt’altro che chiuso. Ruini ha detto al Pontefice una cosa che questi non sapeva. E cioè che chi ha lavorato per far scoppiare il caso, ovvero chi ha accreditato e avvalorato al direttore del Giornale Vittorio Feltri l’informativa anonima su Boffo poi rivelatasi non corrispondente agli atti processuali – “un informatore attendibile, direi insospettabile”, ha scritto Feltri sul Giornale il 4 dicembre scorso in un articolo nel quale ritrattava ogni cosa – è un ambiente lobbistico che si è avvalso di una certa “spregiudicatezza e ingenuità” del direttore dell’Osservatore Romano per indirizzare la penna di Feltri contro Boffo.
Lo fanno notare anche alcuni tra gli esponenti più colti e raffinati del mondo dell’associazionismo cattolico italiano: “L’intervista che Gian Maria Vian, poche ore dopo l’attacco di Feltri sul Giornale a Boffo, ha concesso al Corriere della Sera per rivendicare a merito del suo Osservatore, a differenza di Avvenire, una sana prudenza (perché non aveva mai scritto sulle vicende private del Cavaliere), avrebbe fatto drizzare le orecchie a qualsiasi investigatore minimamente dotato di intuito”.

Il motivo che ha spinto questo influente giro laico e postfemminista a indirizzarsi contro Boffo è chiaro: questi rappresentava, sia nella sapiente direzione di Avvenire che nell’indiscussa capacità di tenere rapporti personali, il “trait d’union” tra Ruini e il suo successore alla guida della conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco. Un “trait d’union” che avrebbe garantito alla Cei di continuare ad libitum la linea messa in campo nel quindicennio della sua presidenza da Ruini: forte presenza nell’agone pubblico invece che tiepida irrilevanza, nessun arretramento sulle battaglie inerenti quei princípi che Benedetto XVI, per la prima volta nel discorso rivolto il 30 marzo 2006 ai parlamentari del Partito popolare europeo ricevuti in udienza in Vaticano, definì apoditticamente “non negoziabili”.

Beninteso: Vian ha dimostrato in questi due anni di direzione del giornale vaticano ottime qualità, riconosciute da tutti dentro e fuori il Vaticano: il suo Osservatore è brillante, pieno di idee, contributi significativi, spunti che aprono dibattiti di idee e di cultura. Insomma, si legge e si fa leggere senza perdere in autorevolezza. Sono le legittime ma oblique pressioni di chi lavora nelle retrovie e in una prospettiva post o anti ruiniana a essere state (e a essere tutt’ora) molto forti. A volte troppo forti. Sono pressioni il cui campo d’azione spazia anche fuori le mura vaticane e arriva fino a influenzare (a tratti in modo fin troppo evidente) l’informazione religiosa del primo quotidiano italiano della borghesia laica, il Corriere della Sera.

Benedetto XVI era colpito da questa versione dei fatti. L’emergere di sospetti e manovre che mostrano i sorprendenti risvolti del caso Boffo non deve avergli fatto piacere. Toccherà al segretario di stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, e al sostituto, l’arcivescovo Fernando Filoni, sciogliere la matassa, ovvero valutare ogni cosa a dovere e con oculatezza, come ha chiesto loro la Casa pontificia. Del resto sia Bertone sia Filoni lavorano in piena sintonia con il Papa e questi sa che può fidarsi completamente di loro. Giusto due giorni fa, tra l’altro, è stato l’Osservatore di Vian a pubblicare in prima pagina la lettera datata 15 gennaio 2010 con la quale Benedetto ha confermato Bertone come segretario di stato al compimento (lo scorso dicembre) dei 75 anni: “Ho sempre ammirato il suo ‘sensus fidei’, la sua preparazione dottrinale e canonistica e la sua ‘humanitas’”, ha significativamente scritto il Papa. E’ vero che questa conferma pubblica è oltre un mese dopo il compleanno, ma in questi casi la sostanza conta molto più della tempistica. E la sostanza emerge chiaramente dalla lettera: il Papa ritiene preziosa la collaborazione del suo segretario di stato e non intende “dimissionarlo”.

© Copyright Il Foglio, 23 gennaio 2010 consultabile online anche qui.

8 commenti:

mariateresa ha detto...

questa è una brutta storia che riprende le ipotesi Magister sulla vicenda. Non so perchè, anzi lo so, non è che io abbia tutta questa voglia di approfondire.
Questi articoli, della serie lo dico e non lo dico, non mi piacciono perchè non sembra proprio che siano rivolti ai lettori.Sicuro che ci sarà un seguito.

GMN ha detto...

F A N T A S C I E N Z A
(pro domo......)

Anonimo ha detto...

ma siamo acora fermi su queste cose????
la gente ha capito.
Ruini capisca che l'ora della pensione per lui e' scoccato.

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

Io in questioni di trame e di orditi mi perdo e rimango molto confusa, ma ritengo che se la voce della CEI ha meno rilevanza adesso, è un vantaggio per la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica in cui deve risaltare la voce del Vicario di Cristo e non di cardinali se-facenti pseudo papi!

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

"....la linea messa in campo nel quindicennio della sua presidenza da Ruini: forte presenza nell’agone pubblico invece che tiepida irrilevanza,..." si dice nell'articolo.

Ma i vescovi e i cardinali hanno presente qual è il loro compito?
Essi devono formare i cattolici i quali, a loro volta, coerentemente si impegneranno, secondo il soffio dello Spirito, (e no secondo la dritta di un cardinale) negli ambiti del mondo, compreso quello politico.
Invece di dare sana dottrina e sacramenti, si sono messi a fare "i manovratori"!
Aveva proprio ragione don Benzi, di venerata memoria, che diceva che la colpa dei mala tempora che ci assillano è dovuta alla "mancanza di veri cattolici".
No a vescovi politicanti!!!
No a quelli che, invece di portare a Cristo portano a un politico!
Sbaglia Ferrara a chiedere l'impegno della chiesa, lui da giornalista faccia la guerra politica e d'informazione,secondo il mestiere che gli è proprio, la Chiesa (con la maiuscola) darà i sacramenti per affrontare le lotte quotidiane!

Anonimo ha detto...

Insomma, a quanto pare secondo questa ricostruzione "dietrologica" che, in realtà, non riferisce nulla di nuovo (anzi pare abbastanza ridicola nel descrivere persino le reazioni del Santo Padre all'udire pettegolezzi...), il cattivo Vian, in combutta con un circolo laico o laicista (?) vicino agli ambienti del CorSera (leggasi i coniugi Galli - Scaraffia: questo sembrerebbe essere il significato del cenno al post-femminismo), potrebbe essere il manovratore occulto della mala defenestrazione del povero inamovibile Boffo, intimo ovvero alter ego del cardinale.
La manovra - e qui la cosa si fa davvero interessante - prenderebbe di mira la stessa direzione "politica" (ruiniana) della Chiesa in Italia, nel senso che, addirittura, i valori "non negoziabili" rischierebbero di diventare negoziabili per via dell'affievolimento della presenza pubblica (piazzaiola?).

Ora a me pare che chi ha fatto questa specie di resoconto di segrete cose abbia semplicemente farneticato, facendo perdere di autorevolezza anche alla testata che l'ha ospitato.
S.E. il Card. Ruini non ha affatto perso mordente anzi ne ha guadagnato: basta guardare il recente convegno romano e ora gli opportuni contatti "laziali" coi vertici di un governo più "amico" del precedente. I valori non negoziabili sono sempre meglio predicati dal Papa e più largamente percepiti sia nella società che in sede istituzionale (basta vedere come sono stati affossati tutti i tentativi omosessualisti di far passare o di supportare le nozze gay). Questo si ottiene quando ognuno rispetta e assolve al proprio compito.

Perché allora tutte quelle farneticazioni? Sinceramente non saprei. La cosa potrebbe ricordare il rancoroso e vendicativo spettegolare tipico di certi ambienti piuttosto "spregiudicati".

Anonimo ha detto...

Se la memoria non m'inganna, non è stato grazie ad accordicchi con area cattolica che abbiamo avuto la "grande" rappresentanza di area cattolica tipo quella dossettiana, relativista, che ha tentato di negoziare politicamente tutto ciò che è di competenza di Dio, quindi non negoziabile, che vendeva la primogenitura per un piatto di lenticchie; cattolici adulti, movimenti che rappresentano i cattolici con divorziato nel simbolo stesso,....tutto ciò non è grazie al card Ruini?
Ma, forse, la memoria m'inganna!!!

Anonimo ha detto...

E' inutile, questi sono i tentativi dei partiti che sperano di lucrare voti con l'appoggio dell'area cattolica, come ha fatto la CEI, soprattutto nel periodo, per me oscuro, del governo Ruini; il Santo Padre, invece che ai partiti si rivolge alle coscienze e lì entra in gioco il vero discernimento e la libertà dei laici.