giovedì 21 gennaio 2010
Card. Bagnasco: il Papa e l'Italia, la sua terra d'adozione (Sir)
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CARD. BAGNASCO: BENEDETTO XVI E LA SUA “TERRA D’ADOZIONE”
“Un’opera che esprime l’attenzione e l’apprezzamento per l’instancabile missione pastorale del Santo Padre Benedetto XVI a Roma ed in Italia”. Così il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha definito il volume “I viaggi di Benedetto XVI in Italia”, curato da Pierluca Azzaro e presentato questo pomeriggio a Roma a palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.
Il Papa, ha detto il cardinale, “ha visitato grandi e piccole città, diocesi e santuari illustri e cari alla nostra gente, luoghi istituzionali – penso al Quirinale e Campidoglio -, sedi di importanti appuntamenti ecclesiali – il Congresso Eucaristico Nazionale a Bari, il Convegno Ecclesiale di Verona e l’incontro dei giovani a Loreto – e la cara terra d’Abruzzo, sconvolta e ferita gravemente dal terremoto”.
Il “filo conduttore che unisce tra loro tutte queste mete”, secondo il presidente della Cei, “è sempre la particolare vicinanza e l’affetto del Vicario di Cristo per la nostra Nazione e per la Chiesa che vive in Italia”: per questo “i viaggi in Italia di Papa Benedetto XVI vanno inquadrati nel più ampio contesto delle molteplici attenzioni che egli ha per quella che è diventata da quasi trent’anni, e ancor più dalla sua elezione al Supremo Pontificato, la sua terra d’adozione. Egli l’ama con affetto di Padre e l’Italia lo ricambia con affetto filiale”.
“Un uomo mite che invita a guardare lontano per poter vedere vicino; che ci parla di Dio e del suo Figlio Gesù Cristo; che ricorda l’esigenze alte e affascinanti della vita cristiana; che manifesta la bellezza della Chiesa e indica al mondo la via del Cielo”. E’ questo, secondo il card. Bagnasco, il “ritratto” del Papa che emerge dal volume. “Ogni incontro con il Papa – le parole del presidente della Cei – non suscita forse questa profonda percezione? Di essere confermati nella fede in Cristo? Di crescere nell’appartenenza consapevole amorosa alla Chiesa?”. E’ questo, per il presidente della Cei, il “carisma petrino”, un carisma “che colpisce, interroga e affascina anche coloro che non hanno la grazia della fede.
Un carisma che si vede ovunque il Santo Padre giunga; che ha la virtù di sciogliere possibili barriere e diffidenze; capace di creare ponti perché disarmato e disarmante”, in quanto “viene dall’Alto, dal Dio della pace e dell’amore”.
“Tutti abbiamo vive negli occhi, e soprattutto nell’anima – la testimonianza del cardinale - le immagini di folle di adulti, di bambini, di giovani che esprimono una gioia contagiosa e benefica. L’esperienza attesta che non si tratta di una festosità passeggera e di folklore, ma ha radici antiche e le rafforza; sprigiona sentimenti ed energie che a volte – nel panorama generale – sembrano spenti e che commuovono lo spettatore curioso”.
Poi la testimonianza diretta, da arcivescovo di Genova, del viaggio compiuto dal Papa il 17 e 18 maggio 2008 nel capoluogo ligure.
“E’ toccato a me – ha detto il cardinale - il privilegio di dare il benvenuto ed accompagnare Papa Benedetto XVI in visita alla Città in cui nacque Benedetto XV, ‘il Papa della pace’, al quale Sua Santità si è richiamato nella scelta del nome al momento dell’elezione al Soglio di Pietro”. ”Sono vivissime nella memoria mia e di tanti genovesi – ha proseguito il presidente della Cei - le immagini di quelle indimenticabili ore”.
A proposito dell’incontro con i giovani, il cardinale ha esclamato: “Non posso dimenticare che in quel momento mi ha sorpreso l’identica, intensa emozione che mi ha accompagnato a Loreto, nell’incontro di Benedetto XVI con i giovani nel 2007: emozione nel vedere non solo il medesimo entusiasmo nell’accogliere il Papa, ma lo stesso desiderio di incrociare il proprio sguardo con il suo, desiderio che esprimeva la consapevolezza che non si può vivere senza punti di riferimento autentici perché alti e veri”.
Quanto al rapporto tra Chiesa e città, secondo il card. Bagnasco in quella visita è emerso “il rapporto millenario e sempre attuale tra i campanili e le piazze nel nostro Paese: rapporto di mutuo riconoscimento, di rispetto, di franca collaborazione”.
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