giovedì 4 febbraio 2010

Don Marco Dessì, accusato di pedofilia, è stato espluso dalla Chiesa Cattolica su decreto inappellabile di Benedetto XVI (Repubblica)


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Su segnalazione di Guglielmo ed Alessia leggiamo:

Dessì espulso dalla Chiesa

Decreto di Benedetto XVI

Marco Dessì era stato condannato per abusi sessuali su bambini del Nicaragua. Ora non è più prete: un decreto inappellabile del Sommo Pontefice lo ha dimesso dallo stato clericale. Nel maggio scorso la Cassazione ha annullato la sentenza di condanna per le imputazioni antecendenti l'agosto 1998

Padre Marco Dessì è stato espulso dalla Chiesa. Il missionario di Villamassargia condannato per abusi sessuali su bambini del Nicaragua è stato estromesso con un decreto emesso l'otto gennaio da Papa Benedetto XVI, che lo ha "dimesso dallo stato clericale" e ridotto allo stato laicale. Per Dessì divieto assoluto di celebrare messa e altri sacramenti, di portare l'abito talare e "insegnare alcuna disciplina teologica", perfino "negli istituti anche non dipendenti dall'Autorità ecclesiastica".
Si tratta di un provvedimento inappellabile promulgato dalla più alta autorità di Santa Romana Chiesa a seguito di indagini compiute direttamente dagli ispettori dalla Congregazione per la dottrina della fede (ex Sant'Uffizio). Un verdetto del Vaticano che arriva prima della fine dei vari gradi di giudizio dei tribunali italiani, segno che le gerarchie ecclesiastiche non hanno dubbi sulla colpevolezza di Dessì.
La vicenda. Il sacerdote sardo era stato condannato il 23 maggio del 2007 dal gup Roberto Spanò a 12 anni per violenza sessuale su tre ragazzi della comunità di Chinandega, in Nicaragua, di cui era responsabile. Dessì sta scontando la pena nel carcere di Saluzzo in un reparto riservato ai detenuti per reati a sfondo sessuale. Il processo d'appello si era chiuso con uno sconto di pena, dopo che il procuratore generale aveva chiesto la conferma del verdetto di primo grado. A Bologna il sacerdote aveva tentato, attraverso i propri legali, di dimostrare che nulla aveva a che vedere con quelle pesantissime accuse. Avendo scelto il rito abbreviato aveva avuto diritto, come in primo grado, a uno sconto di un terzo della pena. Un'inchiesta complessa, quella condotta dal pm Lucia Russo, che delineò l'immagine di un sacerdote che raccoglieva fondi in tutto il mondo per assistere quei ragazzi di cui poi, secondo l'accusa, abusava. Nel computer di don Dessì furono trovati 1.440 file con immagini pedopornografiche. Materiale che il prete, stando alle imputazioni, continuò a scaricare fino a due giorni prima dell'arresto, avenuto il 4 dicembre 2006. Le indagini partirono dopo le denunce, raccolte da alcuni volontari italiani, da parte di sei ragazzi nicaraguensi che poi si appoggiarono ad alcune associazioni, come Rock no war di Modena e Solidando di Cagliari.
Dessì può tuttavia sperare in una nuova riduzione della pena dopo che la Corte di Cassazione ha giudicato prescritti alcuni episodi che gli venivano addebitati e ha disposto la celebrazione di un nuovo processo in Appello il prossimo autunno. Nel maggio 2009 la terza sezione penale della Cassazione ha infatti annullato senza rinvio la sentenza di condanna per quanto riguarda tutte le imputazioni relative ai fatti precedenti l'agosto 1998. Processo da rifare, invece (annullamento con rinvio alla corte d'appello di Bologna) per gli altri episodi al centro del processo.

© Copyright REPUBBLICA (Parma), 4 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

Mancuso...Mancuso...Mancuso? Pronto? Mancuso? :-)
E dire che Repubblica riporta sia questo articolo sia quello di Mancuso...

R.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

finalmente nella Chiesa si fa pulizia di troppo marciume, troppo a lungo tollerato e nascosto, episodi che hanno inflitto un grave danno d'immagine alla Chiesa Cattolica ed allontanato parecchi fedeli dalla partecipazione e dalla fede, a causa dell'incoerenza tra le prediche e la vita di alcuni religiosi.
Qualche tempo fa un anziano sacerdote mi raccontava di essere assolutamente convinto che un buon numero di preti e vescovi defunti non fossero nella gloria di Dio, ma nelle fiamme dell'inferno.

Maria R. ha detto...

Repubblica? Un colpo alla botte ed uno al cerchio!

In ogni caso, anche nel fare le pulizie ci vuole "arte", altrimenti si crede di pulire ed invece si fa piu' confusione! Forse questo è un particolare che ad alcuni sfugge;)

sonny ha detto...

Scusa per l'OT Raffa. Se non erro in mattinata dovrebbe esserci la presentazione, in sala stampa vaticana, del messaggio del Papa per la Quaresima. Mi auguro che chi esporrà il documento, sia reattivo e vigile, perchè sicuramente la domandina avvelenata arriverà. Vedremo!

euge ha detto...

Caro Anonimo per troppo tempo si è dato più spazio al fumo negli occhi che alla vera situazione della chiesa!
Solo che la sporcizia è talmente incarognita che ora è difficile sradicarla in modo definitivo.