mercoledì 10 marzo 2010

Lefebvriani, Mons. Fellay: le discussioni dottrinali si svolgono in un clima sereno e tranquillo (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

LEFEBVRIANI: FELLAY, DISCUSSIONI IN CLIMA SERENO E TRANQUILLO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 mar.

"E' molto importante che il clima delle discussioni sia sereno e tranquillo. Viviamo al tempo della mediatizzazione e della democrazia universale dove ognuno giudica tutto e da' il suo parere su tutto. Le questioni teologiche e la posta in gioco sono tali che e' meglio lasciare che le cose si facciano nella discrezione.
Al momento opportuno, se necessario, sara' sempre tempo per renderne conto pubblicamente".
Lo afferma il superiore generale della Fraternita' San Pio X, mons. Bernard Fellay, in un'intervista pubblicata dal suo sito ufficiale.
Il capo dei lefebvriani non si sbilancia sui possibili esiti dei colloqui dottrinali in corso con la Santa Sede dopo la decisione del Papa di togliere le scomuniche, ma riconosce che gli interlocutori indicati da Benedetto XVI sono "menti brillanti, con le quali siamo in grado di confrontarci. La formazione filosofica tomista e' evidentemente il modo migliore di procedere".
"I nostri interlocutori - aggiunge - mi sembrano molto fedeli alle posizioni del Papa. Essi si trovano in quella che si puo' chiamare la linea conservatrice, quella dei sostenitori di una lettura la piu' tradizionale possibile del Concilio. Vogliono il bene della Chiesa e allo stesso tempo salvare il Concilio: e' tutta qui la quadratura del cerchio".
Per mons. Fellay, e' evidente, del resto che, "il problema concerne il Vaticano II.
E', quindi, alla luce della Tradizione precedente che prenderemo in esame - spiega - se il magistero post-conciliaire e' una rottura o no". Per il capo dei lefebvriani, "il dibattito sul Vaticano II e' ineludibile". E in proposito cita un recente libro di mons. Brunero Gherardini, stimato canonico di San Pietro e "teologo romano riconosciuto".
"Il Vaticano II - rileva - puo' essere discusso; deve esserlo". Da parte nostra, sottolinea il successore di mons. Lefebvre, "andiamo a Roma per testimoniare la fede, e l'atmosfera negli uffici ci importa ben poco. I nostri teologi - ricorda in risposta a una domanda riguardo a eventuali pregiudizi antitradizionalisti che possono essersi radicati anche in Vaticano - si riuniranno ogni due o tre mesi in una grande sala del Palazzo del S. Uffizio, non negli uffici".
Circa la durata dei colloqui attualmente in corso, data la difficolta' della maggior parte dei soggetti, che richiedono almeno uno o due anni ciascuno, alcuni hanno ipotizzato che la durata potra' essere di cinque o dieci anni, ma mons. Fellay spera che "non sara' cosi': in ogni caso - dice - quando si affronta, con una persona qualsiasi, la questione della messa, della liberta' religiosa o dell'ecumenismo, non occorre normalmente tutto questo tempo per convincerla".
Comunque, alla fine accadra', sono le parole di mons. Fellay, "cio' che desidera la Provvidenza". E per il buon esito dei colloqui dottrinali, scandisce, "vale la pena di pregare, come hanno fatto i bambini della crociata eucaristica nel mese di gennaio. Dalla nostra testimonianza di fede puo' derivare un gran bene per la Chiesa...
In realta', mi sembra che gli obbiettivi di queste crociate del rosario siano connessi gli uni agli altri: non ci sara' nessun trionfo mariano senza la restaurazione della Chiesa e, pertanto, della messa con l'insegnamento della fede".

© Copyright (AGI)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il giornalista non riporta l'ultimo argomento della "Consacrazione della Russia".
E ha fatto bene perchè squalificante quell'affermazione

Anonimo ha detto...

Ma se tutta la guerra originata dall'apertura ai lefebriani continua, Fellay non potrebbe stringere un po' i tempi? Magari qualche ministra tedesca dirà qualcosa ma almeno sarà per una questione attuale e non pretestuosa. Eufemia