mercoledì 10 marzo 2010
Intervista a Mons. Georg Ratzinger: il commento di Roberto Caracciolo. Abusi in Europa sotto i Pontificati dei predesssori di Benedetto XVI
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Georg Ratzinger chiede scusa ai ragazzi
La cancelliera Angela Merkel ha convocato una tavola rotonda che si terrà il 23 aprile prossimo
Roberto Caracciolo
BERLINO
Georg Ratzinger chiede perdono alle giovani vittime del coro di Ratisbona, ma lo scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica acquista dimensioni sempre più europee e – dopo l'Irlanda e la Germania – si allarga all'Olanda e all'Austria: intanto, la cancelliera Angela Merkel, decisa ad affrontare questo tema una volta per tutte, convoca una tavola rotonda per il mese prossimo alla quale parteciperanno anche i vescovi tedeschi.
All'indomani delle accuse al Vaticano lanciate dalla ministra della Giustizia tedesca, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger (Fdp), il fratello maggiore di Papa Benedetto XVI, Georg Ratzinger, 86 anni, ha chiesto scusa ai giovani "passerotti" del coro Ratisbona vittime degli abusi sessuali e dei maltrattamenti.
Ratzinger, che è stato direttore del coro dal 1964 al 1994, ha ribadito di non essere mai stato a conoscenza di episodi di abusi sessuali, ma ha anche ammesso che qualche schiaffo ai piccoli, durante le prove, è scappato anche a lui.
«All'inizio, anch'io ho dato qualche schiaffo – ha detto al quotidiano "Passauer Neue Presse" -, ma questo ha sempre pesato sulla mia coscienza». Tanto che, ha rivelato, «mi sentii sollevato» quando le punizioni corporali vennero vietate nel 1980.
Se da una parte ignorava gli abusi sessuali, dall'altra Ratzinger conosceva i metodi dell'allora direttore della scuola preparatoria dei "Passeri del Duomo di Regensburg". «I ragazzi mi dissero durante le tournée cosa succedeva – ha ammesso -. Ma le loro storie non mi indussero a pensare di dover intervenire in qualche modo. Non sapevo fino a che punto arrivassero questi metodi brutali».
E poi: «Se avessi saputo con quale esagerata violenza si agiva, già allora avrei detto qualcosa... Chiedo perdono alle vittime».
Rischia di aumentare, quindi, la pressione su una Chiesa che già sembra essere sulle difensive. L'altro ieri la ministra della Giustizia ha accusato il Vaticano di avere di fatto ostacolato le indagini sugli abusi sessuali commessi negli anni passati in scuole cattoliche tedesche. La ministra è stata corretta dalla stessa Merkel, ma ieri il portavoce vaticano – padre Federico Lombardi – ha tenuto a sottolineare che sugli abusi sessuali, in Germania e altrove, la Chiesa ha «affrontato il manifestarsi del problema con tempestività e decisione».
Visto il clima, Berlino ha convocato per il 23 aprile una tavola rotonda sul tema degli abusi promossa dalla ministra della Famiglia, Kristina Schroeder (Cdu), alla quale parteciperanno anche la ministra dell'Istruzione, Annette Schavan (Cdu), e rappresentanti della Conferenza episcopale tedesca. Lombardi ha definito «giusta» questa iniziativa, sottolineando che «la Chiesa è naturalmente pronta a partecipare e ad impegnarsi».
Ma quando mancano solo tre giorni all'incontro di venerdì in Vaticano tra il Papa e il presidente dei vescovi tedeschi, Robert Zollitsch, lo scandalo degli abusi sessuali sembra dilagare a macchia d'olio in Europa.
Proprio ieri, la Conferenza episcopale olandese ha annunciato che sarà avviata un'inchiesta indipendente per accertare sospetti casi di abusi su minori in diverse scuole cattoliche. E mentre i vescovi olandesi si dicono «profondamente colpiti» dalle scioccanti storie emerse in queste ultime settimane, anche in Austria questo tema domina le cronache dei giornali.
Abusi sessuali, scrivono i quotidiani del Paese, sarebbero stati commessi in due istituti religiosi negli anni '70 e '80 e l'attuale padre superiore dell'abbazia San Pietro di Salisburgo avrebbe già ammesso di essere implicato.
Potrebbe servire quindi più di una tavola rotonda per analizzare a fondo questo fenomeno. Intanto, la Leutheusser-Schnarrenberger chiede che le vittime vengano risarcite per dare loro un «pezzo di giustizia».
© Copyright Gazzetta del sud, 10 marzo 2010
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