venerdì 11 giugno 2010

Il Papa e la decisione di non proclamare il Curato d'Ars patrono dei sacerdoti nel commento di Salvatore Izzo


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Il Papa chiude l'Anno Sacerdotale: "Era da aspettarsi che al «nemico» questo nuovo brillare del sacerdozio non sarebbe piaciuto; egli avrebbe preferito vederlo scomparire, perché in fin dei conti Dio fosse spinto fuori dal mondo. E così è successo che, proprio in questo anno di gioia per il sacramento del sacerdozio, siano venuti alla luce i peccati di sacerdoti – soprattutto l’abuso nei confronti dei piccoli, nel quale il sacerdozio come compito della premura di Dio a vantaggio dell’uomo viene volto nel suo contrario. Anche noi chiediamo insistentemente perdono a Dio ed alle persone coinvolte, mentre intendiamo promettere di voler fare tutto il possibile affinché un tale abuso non possa succedere mai più" (Omelia)

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Questo venerdì, la concelebrazione più numerosa della storia di Roma. Per la chiusura dell'Anno Sacerdotale (Zenit)

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In Piazza San Pietro il più grande raduno di sacerdoti. Il Papa in jeep fra i settori gremiti. Al termine guida l'Adorazione in ginocchio (Izzo)

Un grazie speciale a Don Francesco per la cronaca in diretta di una serata straordinaria

Il Papa: C'è una teologia che vuole essere accademica e scientifica e dimentica la realtà vitale, la presenza di Dio

IN DIRETTA DA PIAZZA SAN PIETRO MINUTO PER MINUTO: CLICCA QUI

Il Papa: Un grande problema del mondo di oggi è che non si pensa più al futuro di Dio, sembra sufficiente solo il presente

Il Card. Hummes al Papa: Grazie di cuore Santità, per tutto quanto ha fatto, sta facendo e farà per tutti i sacerdoti, anche per quelli smarriti

Elogio del prete «feriale» (Andrea Tornielli)

Benedetto XVI chiude in Vaticano l'anno (di calvario) dedicato ai sacerdoti. Il commento di Massimo Donaddio

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

Cara Raffaella,

ieri e oggi abbiamo visto un Papa molto coraggioso, lucido, solido, capace di spendersi fino in fondo per la Chiesa e soprattutto di assumere su se stesso - proprio come Gesu' sulla Croce - tanto il dolore delle vittime innocenti degli abusi che le colpe di quei preti criminali. Tutto con una trasparenza di intenti che sinceramente mi commuove e che penso e spero possa rivelarsi davvero risanatrice per la Chiesa. Ebbene, come possiamo pensare che un uomo cosi' possa essere ostaggio degli uffici della Curia (comprendendo in questa espressione dal segretario di Stato al portavoce, passando per i capi dicastero)? A me pare ben chiaro che non siamo davanti a nessun sabotaggio: la decisione di proclamare o non proclamare il Curato d'Ars patrono dei sacerdoti spetta al Papa e solo a lui. Se ha ritenuto di soprassedere questa e' una scelta assunta responsabilmente, sulla quale non mi permetto di esprimere critiche ne' di fare delle ipotesi. E' assurdo anche pensare che il problema sia il ritardo di qualche amanuense nella stesura del motu proprio.
Le resistenze all'azione di Benedetto XVI anche in una parte della Curia purtroppo sono reali, ma non riguardano gli atti che competono direttamente al Papa, il quale oggi avrebbe potuto benissimo procedere - se avesse voluto farlo - annunciando la proclamazione e rinviando il documento a una data successiva. Purtroppo ci sono ben altre decisioni che il Papa prende e che nella Chiesa molti cercano di ostacolare, lo abbiamo visto con il motu proprio sulla forma straordinaria del rito latino e anche con le rivolte di alcuni episcopati davanti a nomine come quella dell'ausiliare di Linz e alla revoca delle scomuniche ai vescovi lefebvriani. Queste resistenze Jospeh Ratzinger le conosce e sa come affrontarle. Non c'e' bisogno di inventarcene altre che non sono plausibili. Dobbiamo stare attenti a non scatenare in quanti sostengono il Papa con le loro preghiere una sindrome da accerchiamento che finirebbe col farlo apparire debole. Non e' cosi', Benedetto XVI non e' affatto un Papa in disarmo. Non facciamo un regalo al "nemico" di cui ci ha parlato nell'omelia di oggi accreditando questa idea che alcuni media ripetono con stucchevole insistenza. La sua forza e' quella della ragione sostenuta da una fede profonda, come abbiamo visto in piazza San Pietro questa mattina, ed anche la settimana scorsa a Cipro e un mese fa a Fatima. Non dobbiamo temere, ci ripete: il Signore non ci lascia da soli nell'oscurita'.
E lui, il Papa, e' certamente consapevole della situazione difficile che attraversiamo. Ma non si lascia spaventare ne' sviare: procede diritto per la strada che ritiene di seguire, senza lasciarsi condizionare da nessuno. Ce lo ha dimostrato con il caso Maciel. Lo vedremo con le nomine delle prossime settimane - quella del visitatore dei Legionari e soprattutto quella di chi andra' alla guida della Congregazione dei vescovi - che qualcuno sembra in questi giorn voler condizionare con anticipazioni infondate. Grazie dell'ospitalita'.

Salvatore Izzo (vaticanista dell'Agi)

12 commenti:

gemma ha detto...

grazie a Izzo per questa riflessione che condivido

Anonimo ha detto...

molti preti saccenti al pensiero di ricevere per patrono un pretuncolo di campagna per nulla carrierista poco dotto (che non vantava baccellierati in teologia della riparazione della motocicletta) il quale per giunta era un prete per nulla infastidito dal vivere nell'epoca della Restaurazione... si saranno stracciati le talari :)
Il Curato D'Ars è troppo distante dal modello del prete contemporaneo? Perchè non riproviamo con San Giovanni D'Avila?

Anonimo ha detto...

izzo, izzo....che il papa non sia debole lo sappiamo. La mitezza però è un'arma a doppio taglio in abienti vaticani!

Anonimo ha detto...

In Germania i rumorosi progressisti avevano fatto campagna contro il curato d'Ars e forse il Papa ha pensato bene di non tirare troppo la corda. Su Golias è uscito stranamente un articolo obiettivo sulla situazione tedesca, che da per scontata l'ascesa di Marx. Eufemia http://www.golias.fr/spip.php?article4221

Caterina63 ha detto...

Mi spiace per Salvatore Izzo, ma la sua diagnosi non regge:

un Papa che fa scrivere sull'avviso ufficiale delle CELEBRAZIONI del Pontefice che a fine Messa ci sarà l'elevazione a Patrono...e fa stendere l'arazzo perfino durante l'Adorazione Eucaristica e durante la Messa, non può fare marcia indietro senza una gravissima ragione...ossia, la ragione deve essere assai superiore alla decisione RIPETUTA PER UN ANNO INTERO di avere san Vianney quale modello(=PATRONO) dei Sacerdoti...altrimenti qui giovedì sera abbiamo assistito ad una mezza IDOLATRIA di un santo proposto ad una venerazione DURANTE UNA ADORAZIONE EUCARISTICA....mi spiace, ma non ha senso...c'è dell'altro...



E' plausibile pensare invece, proprio conoscendo LA PRUDENZA di Ratzinger, che "qualcosa o qualcuno" assai più gravemente gli abbia IMPEDITO(=ostaggio) di terminare l'Anno con le intenzioni con le quali lo aveva incominciato fin anche con la venerazione delle reliquie del Santo....

Non si fa una venerazione del genere, scomodando un Pontefice, se quel Santo non intenda essere proposto come qualcosa di più di quanto fosse, ossia: non solo patrono dei Parroci, MA PATRONO(=MODELLO) PER TUTTI I SACERDOTI...



Sarebbe interessante contare le volte in cui in questo Anno il Papa abbia usato il termine di MODELLO associato al santo... non ha dunque senso questo ripensamento dell'ultimo minuto, a meno che il Papa NON SIA STATO IMPEDITO(=OSTAGGIO) da qualcosa o da qualcuno...

;-)

un passante ha detto...

sono stati visti preti moderni vestiti da rapper che si introducevano nel palazzo apostolico e impedivano al Papa di beatificare il curato d'Ars? Se gli volete bene davvero, smettetela di presentare il Papa come un povero vecchietto raggirato. Fate un torto a lui e un favore a chi gli rema contro
Forse, semplicemente, il Papa ha una gran capacità di ascolto delle istanze degli altri e ne tiene conto

Anonimo ha detto...

A me questa decisione di non proclamare il curato d'ars patrono non è piaciuto per nulla: insomma che Papa è chi dopo averlo annunciato per mesi nel giro di 48 si rimangia le parole?
Insomma se il Papa veramente ci credeva e pensava che fosse cosa giusta avrebbe dovuto farlo.
Insomma la gerachia cattolica mi pare sempre più peggiore della politica italiana: prigioniera di veti incrociati, che nulla hanno a che fare con il Vangelo.
Noi cattolici vogliamo una Chiesa cristiana, e non una gerarchia carrierista.
Dopo cinque anni la maggior parte di questi sessantottini carrieristi prestati al Vangelo sono ancora lì e le voci di cambiamento si susseguono dal famoso aprile 2005.
Perdo sempre più la speranza che Benedetto abbia la forza e il desiderio di fare il Papa.
Jacu

gemma ha detto...

@Jacu
"che Papa è chi dopo averlo annunciato per mesi nel giro di 48 si rimangia le parole?"

hai sentito personalmente il Papa annunciarlo e poi rimangiarsi la parola?

"Perdo sempre più la speranza che Benedetto abbia la forza e il desiderio di fare il Papa"

ti pregherei di essere più cauto a esprimere certi giudizi lapidari proprio qui, dove Benedetto è considerato il Papa, da noi anche amato, e non la comparsa di una fiction sul vaticano

Anonimo ha detto...

@ gemma,
forse vivi su un altro pianeta, ma ti invito a consultare altri siti di altri vaticanisti e di coloro che vaticanisti non sono (ad esempio fidesetforma) per leggere di come leggere parole che proprio in quella direzione andavano.

Beh, Papi ne abbiamo avuto tanti, in 2000 anni, noi ci ricordiamo soprattutto quelli che hanno agito e non solo quelli che hanno solo parlato.
Bello parlare di pedofilia e lotta alla pedofilia: Sodano, Castrillon sono ancora al loro posto.
Bello leggere degli intrallazzi di propaganda fide con la cricca degli appalti: card. Pepe è ancora là...
Cardinali e vescovi mettono in discussione la dottrina della Chiesa quasi quotidianamente oltre le Alpi, e che succede? NULLA. Che cosa dobbiamo pensare? Che cosa devono pensare i fedeli che volgliono rimanere fedeli al Vangelo, abbandonati anche dai loro pastori.
E' stato promulgato un motu proprio sulla messa in latino: viene assai disatteso e molti vescovi pongono tanti paletti: è caduta qualche testa per la loro disobbedienza? NESSUNA! Anzi fedeli e preti chiedono apertamente la messa, vengono mobbizzati dalla gerarchia locale, magari spostati e che succede? NULLA! I vescovi sempre lì e i fedeli e i preti messi alla gogna e trattati come dei disobbedienti.

Come si dice in tedesco: Tolle Leistung!


A me Benedetto piace tanto, e tanta speranza ho posto nella sua azione, ma siamo cinque anni che attendiamo riforme, avvicendamenti nella curia.
Siamo anni e anni che sappiamo che card. RE è pessimo: perché attendere tanto per sostituirlo?
Vi ricordo che il Papa è il re dello Stato Vaticano e come ministro si prende chi gli pare, se vuole, senza rendere conto a nessuno.
Basta con i giochetti di fazione, con i veti incrociati, con le beghe sotterranee.
Vogliamo una Chiesa di Cristo, non una Chiesa che pensa solo a non scontentare nessuno e che fa del cerchiobottismo.
Dove è la pulizia promessa? Dopo 5 anni sono quasi tutti ancora là!!

Gli mettono i bastoni fra le ruote quasi quotidianamente, al Papa, padre Lombardi per mesi è stato un pessimo direttore della sala stampa. Sono cadute teste? NESSUNA!

Jacu

gemma ha detto...

@ Jacu
ti ho chiesto solo maggior rispetto per quello che io considero il mio Papa. Che io viva su un pianeta diverso dal tuo, è possibile, ma si possono dire le stesse cose sul Papa anche senza offendere

Maria R. ha detto...

Concordo col commento di Caterina...

Anonimo ha detto...

Inizio sempre più a pensarla come Jacu e Caterina ... quel bastone del Pastore ... quando ci si decide ad usarlo e smetterla di aver paura di rattristare qualcuno?