giovedì 17 giugno 2010
Il Papa: negare la legge naturale espone al totalitarismo (Izzo)
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Il Papa: "La fede consolida, integra e illumina il patrimonio di verità che la ragione umana acquisisce. La fiducia che san Tommaso accorda a questi due strumenti della conoscenza – la fede e la ragione – può essere ricondotta alla convinzione che entrambe provengono dall’unica sorgente di ogni verità, il Logos divino, che opera sia nell’ambito della creazione, sia in quello della redenzione" (Catechesi)
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PAPA: NEGARE LEGGE NATURALE ESPONE A TOTALITARISMO
(AGI) - CdV, 16 giu.
(di Salvatore Izzo)
"Urge per lo sviluppo di una sana democrazia riscoprire l'esistenza di verita' naturali, che valori pertanto che nessun individuo, nessuna maggioranza e nessuno Stato potranno mai negare o distruggere ma solo promuovere e riconioscere". Infatti "se si nega la legge naturale si apre la via al relativismo etico e al totalitarismo".
E' questo il monito lanciato da Benedetto XVI nell'Udienza generale di oggi, nella quale il Papa ha ricordato - presentando il pensiero di San Tommaso d'Aquino e l'attualizzazione che ne ha fatto Karol Wojtyla prima e dopo l'elezione del 1978 - che "la verita' e' accessibile alla ragione umana" e che proprio su questa verita', detta "legge naturale", che e' incisa nel cuore e nella mente di ciascuno si fondano i diritti umani, tanto che "la dottrina per il riconoscimento della inviolabilita' dei diritti della persona e' stata elaborata in ambienti che hanno ereditato la visione di San Tommaso".
"Tutti gli uomini, credenti e non credenti, sono chiamati a riconoscere le esigenze della natura umana espresse nella legge naturale e ad ispirarsi ad essa nella formulazione delle leggi positive, quelle cioe' emanate dalle autorita' civili e politiche per regolare la convivenza umana", ha ricordato il Pontefice.
"Quando la legge naturale e la responsabilita' che essa implica sono negate - ha continuato - si apre drammaticamente la via al relativismo etico sul piano individuale e al totalitarismo dello Stato sul piano politico.
La difesa dei diritti universali dell'uomo e l'affermazione del valore della dignita' della persona postulano un fondamento. Non e' proprio la legge naturale questo fondamento, con i valori non negoziabili che essa indica?".
"Urge per l'avvenire della societa' e lo sviluppo di una sana democrazia - ha poi detto testualmente il Pontefice citando l'Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II - riscoprire l'esistenza di valori umani e morali essenziali e nativi, che scaturiscono dalla verita' stessa dell'essere umano ed esprimono e tutelano la dignita' della persona: valori che nessun individuo, nessuna maggioranza e nessuno Stato potranno mai creare, modificare o distruggere, ma dovranno solo riconoscere, rispettare e promuovere".
Se la "legge naturale" non ha bisogno del Vangelo per essere compresa, resta pero' attuale anche oggi, in un mondo dove sembra prevalere il "positivismo" che chiede una verifica in laboratorio per ogni affermazione, ma nel quale ancora molti si interrogano sul "senso" del nostro esistere, la questione centrale del tomismo: "la filosofia pensata senza Cristo e il mondo della fede sono compatibili o si escludono?".
E Benedetto XVI, che giovedi' scorso si era soffermato sul tema del positivismo rispondendo a un sacerdote nel corso della veglia di preghiera, ha posto oggi questa domanda ai circa 30 mila fedeli presenti in piazza San Pietro. "Tommaso - ha chiarito - era veramente convinto della loro compatibilita'".
"Mostrare questa indipendenza ma allo stesso tempo la loro relazione fu la missione storica di Tommaso", ha spiegato sottolineando che "la razionalita' precede la fede ma non la nega".
"Fu una bella sorpresa di Tommaso - ha commentato il Papa teologo - la fiducia che il grande dottore della Chiesa accorda a questi due strumenti della conoscenza: essa puo' essere ricondotta al
fatto che per Tommaso essi derivano entrambi dal Logos divino, anche se si
avvolgono di procedimenti conoscitivi diversi: "la fede accetta la verita' in
base all'autorita' della Parola di Dio" e "protegge la ragione" dal rischio di assolutizzare le sue conclusioni, mentre "la ragione quando si applica alla sfera soprannaturale arricchisce il suo lavoro". Insomma c'e tra esse una "reciproca e vantaggiosa collaborazione".
Anche nel mondo di oggi, secondo il Papa teologo, va riproposto il "principio dell'accordo tra ragione e fede", per il quale "la fede consolida, integra e illumina il patrimonio di verita' che la ragione umana acquisisce. La fiducia che san Tommaso accorda a questi a fede e ragione puo' essere ricondotta alla convinzione che entrambe provengono dall'unica sorgente di ogni verita', il Logos divino, che opera sia nell'ambito della creazione, sia in quello della redenzione". Una distinzione che "assicura l'autonomia tanto delle scienze umane - quelle positive e quelle umanistiche, come la filosofia - quanto delle scienze teologiche". Essa pero' "non equivale a separazione, ma implica piuttosto una reciproca e vantaggiosa collaborazione". La fede, infatti, "protegge la ragione da ogni tentazione di sfiducia nelle proprie capacita', la stimola ad aprirsi a orizzonti sempre piu' vasti, tiene viva in essa la ricerca dei fondamenti e, quando la ragione stessa si applica alla sfera soprannaturale del rapporto tra Dio e uomo, arricchisce
il suo lavoro". A sua volta "anche la ragione, con i suoi mezzi, puo' fare qualcosa di importante per la fede, rendendole un triplice servizio" che san Tommaso cosi' riassume "dimostrare i fondamenti della fede; spiegare mediante similitudini le verita' della fede; respingere le obiezioni che si sollevano contro la fede". Giovedi' sera nel botta e risposta che ha caratterizzato la vigilia della chiusura dell'Anno Sacerdotale, il Papa a braccio aveva affermato: "Dobbiamo avere il coraggio di andare oltre il positivismo alla questione delle radici dell'essere. Questo mi sembra di grande importanza.
Quindi, occorre avere il coraggio della grande, ampia ragione, avere l'umilta' di non sottomettersi a tutte le ipotesi del momento, vivere della grande fede della Chiesa di tutti i tempi.
Non c'e' una maggioranza contro la maggioranza dei Santi: la vera maggioranza sono i Santi nella Chiesa e ai Santi dobbiamo orientarci".
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