martedì 21 settembre 2010

Il Papa che si commuove incanta gli scettici inglesi. Smentiti i pronostici dei mass media (Cusimano)


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Il Papa che si commuove incanta gli scettici inglesi

Benedetto XVI protagonista di una visita di Stato riuscita sotto tutti i punti di vista

DI FABIANA CUSIMANO

Un successo contro ogni previsione.
Benedetto XVI ha vinto un’altra difficile sfida nella sua personale lotta contro il relativismo: nei suoi quattro giorni in Gran Bretagna è riuscito a oscurare tutte le
proteste e le polemiche della vigilia, trasformando un viaggio irto di ostacoli e controversie in una vittoria personale, mediatica e politica, che ha certamente segnato una nuova pagina nella storia dei rapporti tra Chiesa e Regno Unito.
Tutti i fronti polemici sono stati abbattuti grazie ad una buona dose di umiltà e alla forza della fede. Il primo a cadere è stato quello mediatico.
I toni disastrosi dei giorni precedenti all’arrivo del Santo Padre sul suolo britannico si sono man mano ridimensionati. Quello che Benedetto XVI ha detto e fatto
concretamente in quei pochi giorni ha rovesciato le previsioni degli organi di stampa inglesi che per mesi avevano accompagnato l’avvicinarsi del viaggio con accentuazioni polemiche molto forti. Ed è stato smentito chi auspicava indifferenza
e ostilità da parte degli inglesi nei confronti della visita: sono stati almeno mezzo milione in quattro giorni a partecipare ai vari momenti d’incontro con il Papa.
Contro la forza del successore di Giovanni Paolo II nulla ha potuto neanche l’arresto preventivo dei sei algerini (risultati poi innocenti) accusati di voler attentare alla sua vita.
Altra vittoria senza precedenti sul piano politico. Benedetto XVI è stato innanzitutto il primo papa in visita di Stato e non pastorale nel Regno Unito.
È stata infatti Elisabetta II ad invitarlo, e la famiglia reale gli ha riservato il massimo degli onori e dell’attenzione. Basti pensare all’accoglienza, senza precedenti nel protocollo reale, riservatagli dal principe Filippo, che ha atteso all’aeroporto l’arrivo del Pontefice per poi “scortarlo” dalla regina. Il Parlamento inglese non è stato da meno. Il vescovo di Roma è stato accolto da un videomessaggio
di benvenuto del premier David Cameron e ha avuto la possibilità di rivolgersi alla società civile dalla Westminster Hall, il luogo tradizionalmente più sacro delle istituzioni britanniche, al cospetto di tutti gli ex primi ministri e dei più alti rappresentanti del mondo politico e culturale. Benedetto è stato inoltre il primo pontefice a parlare alla Lambeth Conference dei vescovi anglicani; il primo a partecipare a una liturgia ecumenica nella Westminster Abbey, il cuore della Chiesa anglicana, a fianco del primate della Chiesa d’Inghilterra, l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams. Con il primate ha volutamente sorvolato sugli attriti degli ultimi tempi, e ha puntato su quanto unisce Roma e Londra, sottolineando la responsabilità comune dei cristiani nella società.
All’interno della Westminster Abbey, Ratzinger ha anche reso omaggio al monumento al milite ignoto, un evento particolarmente atteso dalla stampa britannica visto l’anniversario della “Battaglia d’Inghilterra”, con la quale durante il secondo conflitto mondiale l’Inghilterra respinse gli attacchi aerei della Germania nazista. E proprio alla «vergogna» e «all’orrore» dell’ideologia maligna del nazismo il
Papa ha dedicato uno dei suoi più apprezzati interventi. «Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania - ha detto Benedetto
XVI- è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita».
L’omaggio alla lotta inglese contro il nazismo è arrivato prima dell’omelia pronunciata a Birmingham in occasione della beatificazione di John Henry Newman, anglicano convertitosi al cattolicesimo.
Al teologo della “coscienza” Benedetto XVI ha riconosciuto una “eccezionale santità”. Ed è già in corso l’accertamento del secondo miracolo, quello che potrebbe
già aprire al cardinale inglese le porte della canonizzazione. Ratzinger lo ha definito un «moderno», e ne ha additato l’esempio agli uomini di Chiesa, ma anche ai fedeli laici, auspicando «un laicato intelligente e ben istruito».
Della visita rimarrà, infine, il forte mea culpa di Ratzinger sull’annosa vicenda dello scandalo dei preti pedofili.
Ancor prima di calcare il suolo britannico, in aereo con i giornalisti, ha voluto subito affrontare il tema, dedicandogli poi altri tre distinti interventi. Ha incontrato le vittime e condannato con toni forti e chiari questo «vergognoso» atto che «mina seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa».

© Copyright La Discussione, 21 settembre 2010

I TIMORI DELLA VIGILIA

Smentiti i pronostici dei mass media poche le proteste

Un’accoglienza indifferente e persino ostile, proteste e accuse, malumori e contrarietà di ogni genere.
Erano questi i timori della vigilia del viaggio del Papa nel Regno Unito conclusosi domenica scorsa.
Durante i mesi che hanno preceduto la prima visita di Stato di Benedetto XVI in Gran Bretagna la stampa britannica non ha lesinato polemiche molto forti contro il Vaticano, “costruendo” le premesse di un viaggio che doveva, stando sempre ai pronostici, trasformarsi in un vero e proprio fallimento.
E c’era addirittura chi ventilava l’idea che era meglio annullarlo.
I motivi di acredine, in effetti, c’erano tutti. In primis i difficili rapporti tra cattolici e anglicani, soprattutto in seguito alla decisione degli anglicani di dire
sì all’ordinazione sacerdotale e vescovile delle donne.
E la recente risposta del Papa che ha autorizzato i preti anglicani dissidenti a rientrare in comunione con Roma, con un nuovo ordinariato. In questo senso, ad animare gli animi della vigilia, anche la beatificazione del cardinale John Henry Newmann, il grande cultore della coscienza che nell’Inghilterra dell’800 lasciò l’anglicanesimo per farsi cattolico.
La protesta più temuta era, però, quella annuncita dal gruppo di atei militanti che aveva addirittura chiesto l’arresto di Benedetto XVI durante la sua permanenza in Inghilterra per «crimini contro l’umanità».
A promettere proteste di piazza vari movimenti.
In particolare, svariati gruppi antipapisti - inclusi attivisti per i diritti umani, gruppi laici, umanisti e sostenitori dell’aborto - hanno formato una coalizione chiamata “Protest the Pope” (Protestate contro il Papa) che a Londra ha marciato effettivamente contro Benedetto XVI, sabato scrorso, da Hyde Park fino a Downing Street, residenza del primo ministro.
Ma senza suscitare grande clamore.
Altra protesta che ha trovato assai spazio sui giornali è stata, infine, quella legata al costo della visita del vescovo di Roma, che essendo visita di Stato, è stata tutta a carico dei contribuenti inglesi. Polemiche, infine, anche sui «biglietti» necessari per partecipare alle messe (il costo andava dalle 5 alle 25 sterline).
Tutte proteste queste che sono andate di pari passo con i sondaggi più disparati sul malcontento dei sudditi di sua maestà. Alla vigilia della visita erano comunque molti i biglietti invenduti per assistere agli incontri pubblici del Santo Padre, previsti a Glasgow, Birmingham e Londra. Si temeva, o meglio si auspicava in un certo senso, una diserzione da parte dei britannici agli incontri con il Pontefice.
Anche su questo fronte, però, i toni della vigilia si sono dimostrati allarmanti e poco veritieri.
fa.cu.

© Copyright La Discussione, 21 settembre 2010

1 commento:

raffaele ibba ha detto...

Benedetto XVI è un grande Papa.
Senza fare confronti con i predecessori, papa Ratzinger sta sviluppando tutto un lavoro di ascolto e di attenzione alla voce di Dio che parla dentro e fuori dalla Chiesa, quella voce di Dio che è sempre flebile e che si può ascoltare solo nel silenzio.
Ciao
r