lunedì 11 ottobre 2010

Il vescovo di Lamezia Terme, mons. Cantafora, sulla visita del Papa del prossimo anno: siamo in festa, la nostra non è una terra rassegnata

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Il Papa: I cristiani che vivono in Terra Santa sono "pietre vive della Chiesa" ma hanno diritto di "vivere dignitosamente". Per la pace in Medio Oriente deve esserci il contributo di tutti (Apcom)

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Tempo d'Oriente (Angela Ambrogetti)
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Il vescovo di Lamezia Terme, mons. Cantafora, sulla visita del Papa del prossimo anno: siamo in festa, la nostra non è una terra rassegnata

Sabato scorso, l’annuncio del vescovo di Lamezia Terme: il 9 ottobre del prossimo anno Benedetto XVI visiterà la diocesi calabrese e la Certosa di Serra San Bruno. Il servizio di Roberta Gisotti:

Un anno di tempo per prepararsi ad una giornata speciale, che arriva a 26 anni dalla visita pastorale, il 5 ottobre 1984, di Giovanni Paolo II in Calabria: “Terra meravigliosa”, ebbe ad esclamare allora il Papa atterrando all’aeroporto di Lamezia Terme, terra “forte” che “ha saputo resistere ed andare avanti – sottolineava – con pazienza, operosità e dignità”, nonostante tanti fattori negativi. Al nostro microfono, il vescovo di Lamezia Terme, mons. Luigi Antonio Cantafora.

D. - Annunciando la visita, lei ha detto “la venuta” di Benedetto XVI “tra noi non è casuale”...

R. - Non è casuale nel senso che ci ha trovati nel momento in cui stiamo iniziando l'Anno pastorale con tantissime attività, per cui la visita pastorale del Papa porta un "input" molto più grande perché queste nostre attività possano compiersi in mezzo a noi.

D. - Mons. Cantafora, quali urgenze per la Calabria prospetterà al Papa?

R. - La visita pastorale che il Papa farà qui, a Lamezia, è soprattutto per la diocesi, però certamente la venuta di Benedetto XVI farà sì che alcune emergenze che noi viviamo, come la mafia, come il problema del lavoro, i problemi sociali che ci attanagliano continuamente, troveranno nel Santo Padre un incoraggiamento per tutta la popolazione a vivere tempi di speranza, non tanto di rassegnazione. Tante volte si dice che i calabresi siano gente rassegnata: il calabrese vuole invece essere protagonista nella sua regione, ha tutte le qualità e tutte le risorse perché sia la città di Lamezia che la Calabria tutta possano realmente "salpare" verso uno sviluppo e anche una vita religiosa veramente pieni, verso una fede più adulta, capace di incidere, appunto, nel territorio.

D. - Dopo la mattina trascorsa a Lamezia Terme, Benedetto XVI raggiungerà la Certosa di Serra San Bruno. Chi troverà in questo luogo dello spirito?

R. - Troverà una comunità di monaci, di fratelli che hanno scelto di vivere nella propria carne l'assoluto, Dio come l'unicum presente nella loro vita, l'unico che possa prendere il loro cuore: troverà una comunità dove si vive la contemplazione, il silenzio, questo silenzio che oggi è così bistrattato, e soprattutto l'ascolto della Parola, l'ascolto di Dio e la preghiera. Per cui, credo che questo viaggio del Santo Padre abbia voluto mettere insieme la vita, il territorio, la società, la Chiesa che cammina insieme alla Chiesa che contempla, la Chiesa che è richiamo all'assoluto, a Dio che è il tutto della vita.

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2 commenti:

mariateresa ha detto...

chi volesse può cominciare a organizzarsi per la futura polemica : il Papa non ha usato la parola 'ndrangheta , per lo meno non nelle prime due ore del viaggio, ma solo verso la fine della terza ora quando non era più valido. Per informazioni sulle tecniche di polemica farlocca rivolgersi Borsellino e Santoro.

sonny ha detto...

Applauso per Mariateresa!