martedì 12 ottobre 2010

Sinodo, l'esarca di San Gregorio di Narek in Argentina chiede che i patriarchi orientali siano ammessi di diritto a partecipare al conclave per l'elezione del Papa

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Briefing di presentazione della Lettera Apostolica "Motu proprio" Ubicumque et semper del Santo Padre

IL TESTO DEL MOTU PROPRIO "UBICUMQUE ET SEMPER" CON IL QUALE SI ISTITUISCE IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

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Come essere minoranza “creativa” nel puzzle religioso del Medio Oriente (Anderson A. Silva)

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Sinodo, Benedetto XVI: il sangue dei martiri trasforma il mondo (Sir)

Le parole del Papa sui capitali anonimi (Rome Reports)

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Il Papa: "Apparentemente in nome di Dio viene fatta violenza, ma non è Dio: sono false divinità, che devono essere smascherate, che non sono Dio. E poi la droga, questo potere che, come una bestia vorace, stende le sue mani su tutte le parti della terra e distrugge: è una divinità, ma una divinità falsa, che deve cadere" (Riflessione "a braccio")

Il vescovo di Lamezia Terme, mons. Cantafora, sulla visita del Papa del prossimo anno: siamo in festa, la nostra non è una terra rassegnata

Pace in Medio Oriente e presenza dei cristiani in Terra Santa tra i temi nelle prime relazioni dei padri sinodali (Radio Vaticana)

Nuove bellissime foto della visita del Papa a Palermo (Diocesi di Messina)

Il Papa all’avvio del Sinodo per il Medio Oriente: la fede è la forza della Chiesa che non vacilla, nonostante le minacce delle false divinità (R.V.)

Saluto al Papa del Presidente delegato del Sinodo, card. Sandri (Radio Vaticana)

Il Papa: la droga, questo potere che come una bestia vorace mette le grinfie sul mondo intero e lo distrugge (Apcom)
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Su segnalazione di Alessia leggiamo questa proposta che personalmente non mi dispiace:

I patriarchi d'Oriente vogliono eleggere il Papa

Roma, 12-10-2010

Inizio "con tutti i crismi" per il Sinodo Speciale per i vescovi del Medio Oriente. Gli oltre 180 vescovi e patriarchi dell'area mediorentale si sono riuniti a Roma per discutere dei problemi e delle forme di evangelizzazione per la zona del mondo dove sono nate le religioni del libro.
I componenti del Sinodo fanno parte di quelle comunità cristiane, spesso eredi di quelle apostoliche, che nel corso dei secoli hanno sviluppato una liturgia propria e delle proprie strutture di direzioni, come i maroniti nel Libano o i caldei in Iraq. Alcune hanno mantenuto il legame con Roma, mentre altre si sono riconciliate con il papato negli ultimi secoli.
Vescovi, patriarchi ed esarchi hanno incominciato oggi i loro lavori mettendo subito in chiaro di non sentirsi periferici rispetto alla conduzione della Chiesa Cattolica. Le prime polemiche sono nate per la riduzione della durata del Sinodo, dalle canoniche tre settimane si è passati a soltanto due, con un intervento per ogni padre sinodale di ogni cinque minuti.

I patriarchi vogliono eleggere il Papa

La bomba però è stata lanciata stamane dall'esarca di San Gregorio di Narek in Argentina, il salesiano Vartan Waldir Boghossian, che presiede la cura pastorale di tutti i cattolici di rito armeno in Sudamerica e Messico.
Il pastore ha chiesto esplicitamente che . ''I patriarchi delle Chiese cattoliche orientali - ha detto Boghossian - a causa della loro identità di padri e capi di Chiese 'sui iuris' che compongono l'universalità della Chiesa cattolica dovrebbero essere di fatto membri del collegio che elegge il papa senza il bisogno del titolo latino di cardinali. Per questo stesso motivo dovrebbero avere la precedenza su di loro''.
Se la richiesta venisse accolta da Benedetto XVI, sarebbe rivoluzionata tutta la pratica che porta all'elezione del papa. Nei primi secoli della cristianità il vescovo di Roma veniva deciso dall'interezza della comunità, nel 336 invece il pontefice Marco decise che potessero aspirare al titolo solo i sacerdoti di Roma. Il diritto di voto ai cardinali, titolo laico del mondo cattolico, risale all'undicesimo secolo. Nel 1059, qualche anno dopo lo scisma d'Oriente, Niccolò II affidò l'elezione ai soli cardinali vescovi mentre nel nel 1179 Alessandro III dichiarò elettori tutti i cardinali.

Un appello per l'Iraq

Stamane è intervenuto al Sinodo il cardinale Angelo Sodano, ex segretario di Stato e decano del Collegio cardinalizio. "E' urgente operare affinchè terminino le correnti aggressive dell'Islam - ha detto Sodano - e favorire la conclusione del tragico conflitto israelo-palestinese". I padri sinodali hanno ribadito l'importanza della collaborazione tra le chiese mediorientali e quelle del Maghreb per portare la pace in un luogo attraversato da tensioni secolari, in questo processo è stata ribadita l'importanza data dai mass-media. Un appello anche alla difesa dei cristiani in Iraq è venuto da Shlemon Wardun, vicario patriarcale di Babilonia dei Caldei, con sede a Baghdad. "Sono vittime della guerra - ha detto - ma non tenuti in sufficiente considerazione dalla comunità internazionale. I cristiani vogliono vivere in pace e libert e l'esodo definito mortale è una sfida che va affrontata". L'ausiliare di Baghdad ha ricordato anche l'importanza del dialogo interreligioso nell'affrontare l'escalation di fanatismo nell'orbe islamico e l'importanza di pregare per i terroristi.
Solidarietà è stata espressa dai padri sinodali anche nei confronti dell'Afghanistan, non presente all'incontro.

© Copyright Rainews24

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche a me non dispiacerebbe affatto se questa proposta passasse. Oltretutto toglierebbe molta boria a parecchi cardinali e aspiranti tali, specie occidentali
Alessia

Anonimo ha detto...

Il commento di Padre Livio nell'odierna rassegna stampa alla straordinaria meditazione di Benedetto.
Da ascoltare.

http://www.radiomaria.it/archivio_audio/archivio_audio_interno.php?id=116

Alberto

Raffaella ha detto...

Grazie, Alberto :-))
Concordo, Alessia :-)
R.

A.R. ha detto...

No sorelline, non lasciatevi ingannare dalle apparenze. Questa proposta è proprio assurda e fuori di ogni sana ecclesiologia. Il Papa è Papa perchè è semplicemente vescovo della città di Roma. NON è il contrario, cioè che il pastore universale di tutte le chiese risiede a Roma. Questa è una visione moderna e niente affatto tradizionale. I patriarchi orientali, ma se è per questo anche i vescovi occidentali e latini, non c'entrano nulla con l'elezione del Papa. Solo coloro che a qualche titolo fanno parte della Chiesa della Città di Roma e i vescovi delle sedi confinanti possono affermare il loro diritto ad eleggere il vescovo di Roma. Ecco perchè solo i cardinali, cioè i diaconi, i presbiteri e i vescovi suburbicari di Roma eleggono il nuovo Papa. Se uno è chiamato a far parte del collegio dei cardinali diventa prete o diacono romano e a quel titolo, non come arcivescovo di New York o di Milano, è elettore del Papa. Anzi, se vogliamo dirla tutta, avrebbero diritto di eleggere il Papa più le parrocchiane di San Giovanni in Laterano che il Patriarca di Cilicia in quanto tale.
La chiesa non è una multinazionale, è la comunione universale delle Chiese locali, a cui presiede nella carità la Chiesa di Roma, anche lei una chiesa locale che si dà, come ha sempre fatto, il suo vescovo.

Caterina63 ha detto...

Non rispondiamo però a certe tematiche con spirito sentimentale.....^__^

Non esiste alcun DIRITTO e non esiste l'erba VOGLIO....
questo è il primo DOVERE di ogni Vescovo, Patriarca e Cardinale....nonchè di noi Laici...

Nel Conclave, con i Cardinali, sono rappresentati tutti i Continenti, è per tanto da sfatare immediatamente che ci siano Chiese Cattoliche ESCLUSE dal Conclave...
I Laici non partecipano fisicamente, ma sono rappresentati dai Cardinali e vi partecipano CON LA PREGHIERA....
questo è sufficiente....
se poi si PRETENDE l'eventualità di far passare una certa nomina per interessi TERRITORIALI, cessa il servizio e comincia la TATTICA....

Per quante ombre ci siano state su tante elezioni del Pontefice specialmente in passato (specialmente prima della regolamentazione del Conclave), occorre evitare invece che oggi se ne aggiungano di nuove...
La stessa elezione di Karol Wojtyla ha aperto la strada in modo del tutto confacente alla Chiesa per le nomine di Vescovi dell'Est....e al Conclave passato ci sono già stati cardinali Orientali (mi pare uno)....

Se poi si pretende la partecipazione dei Patriarchi NON cardinali, attenzione all'inganno ed alla pretesa di allargare l'elezione ai Vescovi togliendola ai Cardinali....

A Giovanni Paolo II fu addirittura chiesto di ammettere al Conclave i Patriarchi delle Chiese Ortodosse NON ancora in comunione con Roma....una pretesa davvero assurda per chi rifiuta per altro il primato Petrino ma poi pretenderebbe di starne al Conclave che lo elegge...^__^

Aperture si,ma senza sentimentalismi...la Chiesa ha una sua Disciplina che non è messa li per caso...
;-)

Raffaella ha detto...

Grazie per le precisazioni.
C'e' sempre tanto da imparare :-)
R.

Anonimo ha detto...

concordo con le precisazioni riguardo alla natura, l'origine e la finalità del collegio cardinalizio, che può essere ampliata e riveduta, ma non stravolta.
Detto questo bisogna dire che il ruolo dei patriarchi orientali deve essere approfondito; oggi essi sono equiparati, in quanto a dignità e onore, ai cardinali. Non so se tale equiparazione sia la cosa migliore, perchè come giustamente essi sottolineano, come si può equiparare un cardinale, magari dell'ordine dei diaconi, con il capo di una chiesa sui juris che ha alle "dipendenze" anche altri vescovi?

Io credo che una traccia di riflessione la si possa e la si debba trovare nell'antico cerimoniale pontificio il quale prevedeva ed assegnava ai patriarchi un posto distinto e separato da quello dei cardinali e li avvicinava più al papa che ai suoi elettori.
Questa equiparazione dei patriarchi ai cardinali, fatta da Paolo VI, non entusiasma nessuno e, anzi, crea qualche malumore tra i cattolici orientali.

Più in generale però è da ripensare il ruolo propio delle chiese cattoliche orientali oggi sacrificate ed emarginate da "necessità" ecumeniche.
Un Patriarca cattolico orientale dice: perchè il papa riceve in pompa magna un patriarca ortodosso mentre la stessa pompa non la riserva anche ai patriarchi orientali cattolici?
Difficile dargli torto.

Raffaella ha detto...

Il Papa riserva lo stesso affetto e la stessa accoglienza a tutti.
E' ovvio che quando giunge in visita un Ortodosso la festa e' amplificata.
R.

A.R. ha detto...

Ricordiamo che è la SANTA SEDE quella che conta, cioè - come dicevano i Padri - la Chiesa di Roma che presiede nella carità a tutte le Chiese. Colui che siede sulla sede riceve da essa le sue prerogative. Papa Benedetto in questo è davvero maestro: non indica mai se stesso, ma - appunto - la Santa Chiesa e Colui di cui è vicario per il fatto di essere pastore dei romani.
I patriarchi orientali cattolici sono stati purtroppo spesso messi in contrapposizione alle loro controparti ortodosse, che in effetti conservano la successione originaria. Dal punto di vista del diritto canonico i patriarchi cattolici sono effettivamente i capi delle loro chiese sui iuris, ma dal punto di vista storico o simbolico non rappresentano certo l'intera tradizione da cui provengono, che anzi, in modo maggioritario, rimane separata da Roma.
Uniche eccezioni: la Chiesa Maronita e la Chiesa siro-Malabarese (che però non ha un patriarca ma solo un Arcivescovo Maggiore).
Non mi sembra poi così tragico che i Patriarchi siano annoverati nel collegio cardinalizio e a questo titolo eleggano il Papa. Non si tratta infatti di un cardinale che viene fatto Patriarca di una certa Chiesa. Non è questione di sudditanza alla chiesa di Roma, ma l'essere annoverati anche in essa per diventare elettori del Papa. L'alternativa è che proprio non ci siano al conclave.
Alcune difficoltà comunque potrebbero sorgere se uno di questi cardinali di altre chiese cattoliche dovesse essere eletto Papa. Un papa orientale a Roma non si vede da parecchi secoli, ma nei secoli dal I al V ce ne sono stati parecchi, e anche qualcuno dopo, ma mai erano vescovi di importanti sedi patriarcali. Paradossalmente questa elezione potrebbe essere vista come uno sgarbo da un orientale: La Chiesa di Gerusalemme o la Chiesa di Alessandria si considerano di origine apostolica quanto Roma, e "portare via" un Patriarca dalla sua Sede per metterlo su quella di Pietro, capo di una chiesa diversa dalla sua, sarebbe alquanto strano e poco plausibile per la mentalità orientale.

Anonimo ha detto...

secondo me si è fatto confusione negli utlimi secoli, ancora una volta a farla é la tradizione a scapito del Vangelo. Come non pensare all'episodio degli apostoli che facevano a gara per chi fosse più importante e Gesù mette tutti a loro posto dicendo che non dovrebbero esserci gerarchie fra di loro,son cose che fanno i pagani queste! (a parte il primato petrino nel confermare i fratelli.) I cardinali ufficialmente sono il clero di Roma(presbiteri diaconi e vescovi), quindi un cardinale potrebbe essere meno importante di un vescovo di new york o di antiochia. Tuttavia anche se meno importante ha il diritto di eleggere il suo vescovo cosa che un vescovo di una diocesi lontana 1000 miglia non dovrebbe avere.Stando così le cose il problema non si pone. Ufficiosamente però un cardinale non é tale perché parroco di san luigi dei francesi, ma perché vescovo di Parigi. Quindi in realtà oggi il collegio cardinalizio cerca di dare una rappresentanza statistica del popolo cattolico mondiale.In nessuna delle due tesi rientrerebbe il diritto di voto di un patriarca, che magaari ha un titolo vecchio di 2000 anni, ma ha 3000 fedeli al seguito,allorché milioni di africani cattolici sono rappresentati da 2-3 cardinali. Probabilmente la loro importanza araldica é superiore a quella dei cardinali, ma nnn ha nulla a che vedere con il diritto di voto in conclave. Il bello é che questa loro pretesa é più gerarchica (quindi cattolica latina) che orientale(località e primato, ve lo vedete un patriarca di tutte le russie brasiliano?), ma per un posto in prima fila e per un saluto nelle piazze si fa questo e altro...Secondo voi cosa direbbe Gesù su questa questione?Sono sicuro che per molti, sinodali comrpesi, il quesito è marginale, anzi secondo me non se lo sono neanche posto, eppure dovrebbe essere questa la questione di fondo.

Max

Abelardo ha detto...

No,no e no... non si devono alterare le sagge norme della Chiesa...il vescovo di Roma deve essere eletto dai cardinali e basta...ab antiquo solo il popolo e il clero di Roma ha diritto di eleggere il Romano Pontefice.
Loro non vogliono ingerenze nelle loro elezioni patriarcali.
Hanno combinato abbastanza danni durante il Vaticano II(vedi Maximos IV)...nei loro interventi si leggeva solo l'astio e l'avversione contro la Chiesa di Roma!