sabato 9 gennaio 2010

Inaugurato in Vaticano l'Anno giudiziario. L'avv. Picardi: il sistema è equilibrato ma va rafforzato per far fronte ai nuovi carichi di lavoro


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Inaugurato in Vaticano l'Anno giudiziario. L'avv. Picardi: il sistema è equilibrato ma va rafforzato per far fronte ai nuovi carichi di lavoro

Crescere nella “consapevolezza” che la giustizia, come l’armonia e la pace, “non sono pienamente raggiungibili senza l’adesione a Dio”. Con questo augurio, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha concluso questa mattina, nella cappella del Palazzo del Governatorato, l’omelia della Messa per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario in Vaticano. Successivamente, il promotore di giustizia vaticano, l’avv. Nicola Picardi, ha definito nella sua relazione d’apertura il 2009 un anno di “ottima produttività” per gli apparati giudiziari dello Stato. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Il sistema giudiziario vaticano, nel suo complesso, è nella fase attuale “sufficientemente equilibrato ed efficiente”. La relazione dell’avvocato Picardi, riferita agli ultimi 12 mesi di attività dei tribunali e degli uffici giudiziari vaticani è stata permeata da una generale soddisfazione. Dopo l’ampia e tradizionale descrizione sull’evoluzione storica della giustizia vaticana, durante la quale è stata ricordata l'80.mo di fondazione del Tribunale vaticano, Picardi ha esposto le cifre relative all’ultimo anno durante il quale, ha affermato, “il sistema giudiziario vaticano ha raggiunto un’ottima produttività”. A fronte dei 474 procedimenti civili e dei 446 procedimenti penali registrati lo scorso anno all’interno dello Stato, ha constatato il promotore giustizia:

“...il rapporto di ricambio segnala, infatti, che in questo tribunale vengono esauriti tutti i processi sopravvenuti, sia nel civile (99,9%) che nel penale (102,3%). Quanto al civile ... viene, poi, evidenziato che l’arretrato è molto contenuto e corrisponde ai giudizi collegiali, che sono indubbiamente i più impegnativi (…) Ne consegue che, allo stato, il sistema giudiziario vaticano, nel suo complesso, è, comunque, sufficientemente equilibrato ed efficiente”.

L’arretrato, ha poi riferito, è “molto contenuto” per quanto concerne il civile - i 16 procedimenti attualmente in pendenza sono relativi, ha spiegato Picardi, ai giudizi collegiali, “i più impegnativi” - mentre resta “considerevole” l’arretrato nel settore penale (281 processi), che finisce per incidere sulla durata media dei relativi procedimenti - salita a 745 giorni - mentre è di soli 7,4 giorni quella dei procedimenti civili. Tuttavia, ha sottolineato il promotore di giustizia, si tratta “di tempi medi nettamente inferiori a quelli registrati di solito in Italia”.

Un nodo della relazione ha riguardato la consueta sproporzione che si registra ogni anno tra il totale dei processi civili e penali affrontati dai vari tribunali vaticani e l’esiguo numero di abitanti, 492, che risiedono nello Stato. Picardi ha nuovamente precisato che le cifre vanno riferite ai circa 18 milioni di pellegrini e turisti che transitano ogni anno soprattutto nella Basilica di San Pietro e nei Musei Vaticani e ai quali va imputato il 99% del contenzioso. In quest’ottica, ha aggiunto, si spiega la necessità di fare spesso ricorso a forme di assistenza giudiziaria internazionale - come nel caso delle rogatorie - con “conseguenti difficoltà giuridiche e pratiche”, per via dei “tempi lunghi” di notificazione.

“Alcune preoccupazioni”, ha evidenziato inoltre Picardi, riguardano l’applicazione della nuova normativa riguardante il pubblico impiego in Vaticano. Il primo gennaio 2010, ha ricordato, è entrato in vigore il nuovo Statuto dell’Ulsa, l’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica che tutela i “diritti economici e sociali” dei dipendenti vaticani. Le sue norme consentono in sostanza a un dipendente che si ritenga leso da un provvedimento amministrativo di ricorrere all’autorità giudiziaria vaticana, oltre che come in passato all’arbitrato dell’Ulsa. “Non è difficile prevedere”, ha obiettato Picardi, che questa innovazione, peraltro importante, finisca per causare un aggravio di lavoro al tribunale, se non si introdurranno dei correttivi, oltre a un più generale potenziamento degli organici di tribunali e uffici:

“Di fronte alle accresciute competenze, sia quantitative che qualitative, questo Ufficio del Promotore di giustizia (direttamente coinvolto, in quanto trattasi di controversie di natura pubblicistica), non può non sottolineare la preoccupazione che tale novità - sotto altro profilo lodevole - finisca per compromettere gravemente le funzionalità del tribunale, in un momento in cui, fra l’altro, esso è sottodimensionato, in quanto sprovvisto del giudice aggiunto”.
Affrontando infine il capitolo relativo alla cooperazione internazionale per ciò che riguarda l’attività investigativa e di tutela della sicurezza, il promotore di giustizia vaticano ha ribadito che oggi esse non sono possibili “senza tener conto dei vincoli di interdipendenza fra i sistemi giudiziari dei diversi Stati e senza un’efficace collaborazione tra le rispettive autorità giudiziarie”. In questo quadro, ha notato, rientra il fenomeno del terrorismo internazionale, che “sembra richiedere forme nuove di cooperazione finalizzate al perfezionamento di misure a tutela della sicurezza”.

Ringraziando in particolare le autorità giudiziarie italiane - alcune delle quali presenti alla cerimonia odierna - per l’intensa collaborazione con gli organi vaticani, l’avvocato Picardi ha auspicato che sul fronte della sicurezza, dopo l’adesione dello Stato del Vaticano e dell’Interpol nel 2008, “un ulteriore passo importante potrebbe essere rappresentato dell’adesione di questo Stato a Eurojust, l’Agenzia europea con sede all’Aja, che, ormai da sei anni, sta svolgendo una vasta azione contro il terrorismo internazionale, con riguardo anche alla lotta contro il crimine transfrontaliero.

In mattinata - durante l’omelia della Messa che ha aperto la giornata d’inaugurazione dell’Anno giudiziario - il cardinale Bertone aveva offerto un pensiero spirituale. La “logica umana” che presiede l’esercizio della giustizia sia sempre inserita, ha detto, “in una prospettiva più grande”, quella che viene dal Vangelo:

“Soltanto aderendo all’amore di Cristo diventiamo capaci di diffondere questo amore attorno a noi e di testimoniarlo nei vari ambiti in cui siamo chiamati ad operare, compresa la giustizia, la cui amministrazione chiede a chi è credente competenza umana, ma anche capacità di andare oltre perché tutto, anche un’eventuale decisione sfavorevole, sia dettata dall’amore più grande che nasce da Dio”.

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