venerdì 8 gennaio 2010
Egitto, solidarietà del Vaticano alla comunità copta (Bandini)
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Egitto, solidarietà del Vaticano alla comunità copta
Chiesa locale ed ebrei: Islam politico dietro strage
Roma, 8 gen (Velino)
“Tutti i cristiani devono rimanere uniti di fronte all’oppressione e cercare insieme la pace che solo Cristo può dare”: così il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, ha espresso la solidarietà e la vicinanza della Chiesa cattolica alla sofferenza della comunità copta egiziana, duramente colpita nella notte del Natale ortodosso (tra il 6 e il 7 gennaio). In una lettera - diffusa dal Vaticano - a Shenouda III, Papa d’Alessandria e Patriarca della Sede di San Marco, il porporato si dice “unito in preghiera con Vostra Santità e con la comunità cristiana copta. Ogni volta che i nostri cristiani soffrono ingiustamente, è una ferita per il Corpo di Cristo, nel quale tutti i credenti vivono. Insieme - continua - condividiamo questa tristezza, e insieme preghiamo per la guarigione, la pace e la giustizia. Tutti i cristiani devono rimanere uniti di fronte all’oppressione e cercare insieme la pace che solo Cristo può dare”.
“Ci sono tensioni, questi atti violenza capitano con una certa frequenza e ciò vuol dire che la situazione non è così rosea come la presentano le autorità” ha dichiarato al Sir monsignor Michael Fitzgerald, nunzio apostolico in Egitto e delegato della Santa Sede presso l’Organizzazione della Lega degli Stati Arabi. Il movente della strage di martedì notte - il bilancio è di nove vittime - sarebbe una presunta violenza contro una giovane ragazza musulmana, attribuita a un uomo della minoranza cristiana copta. Ma la Chiesa locale è convinta che dietro l’attentato ci sia l’Islam politico. Lo aveva dichiarato all’indomani dei fatti il vescovo di Kirillos, ma ne è convinto anche monsignor Youhannes Zakaria, vescovo copto cattolico di Luxor, nell’Alto Egitto, che all’agenzia Fides, ha parlato di “un disegno per promuovere l’islam politico da parte di alcune forze. A farne le spese - ha aggiunto - sono per primi i cristiani, che sono vittime delle violenze dei fondamentalisti”.
Per monsignor Zakaria “questo attacco nel giorno del Natale ortodosso non è avvenuto a caso: vi è un disegno evidente di trasformare i giorni di festa cristiani in giorni del dolore. La prova è che anche la Pasqua scorsa era stata attaccata la comunità cristiana” nello stesso villaggio e “tre giovani cristiani persero la vita”. Intanto tre persone sono state arrestate dalla polizia egiziana, sospettate di essere gli autori dell’attacco. I tre - secondo sarebbero stati arrestati in una piantagione di canna da zucchero, dove si stavano nascondendo. Dopo il ritrovamento dell’auto usata dal commando, gli agenti hanno infatti setacciato la zona e hanno catturato i tre sospetti, tutti con precedenti penali. Gli arresti sono avvenuti all’indomani degli scontri tra manifestanti copti e forze di polizia avvenuti ieri in vari punti del villaggio e alla cerimonia per la sepoltura delle vittime. I copti denunciano da anni discriminazioni e persecuzioni sistematiche.
“Un altro episodio di una insensata e terribile guerra politico-religiosa”: la storia ebrea Anna Foa, definisce così l’attentato ai cristiani copti avvenuto due giorni fa in Egitto. Sulla newsletter dell’Ucei (Unione comunità ebraiche italiane), la studiosa parla di “evento luttuoso per quanti hanno a cuore la libertà di religione e di coscienza” e di “segnale preoccupante di uno scontro che diventa sempre più violento e in cui tutti quelli che non sono islamici, cioè cristiani, ebrei, ma anche musulmani tiepidi e troppo laici, sono considerati nemici dall’Islam radicale. Nulla di nuovo in tutto questo, certo, tranne quei cadaveri di ragazzi usciti dalla chiesa, sempre diversi, sempre nuovi, loro. E altri ne verranno - conclude la Foa -, mentre la polizia non li difenderà, come è successo ieri, e mentre le autorità si affanneranno a trovare sempre nuove scuse ‘private’ - una resa dei conti, la reazione a uno stupro, odi famigliari, chissà? - a quello che è solo un altro episodio di una insensata e terribile guerra politico-religiosa”.
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