giovedì 29 aprile 2010

Mons. Crociata: Sugli abusi sessuali ogni generalizzazione è indebita (Osservatore Romano)


Vedi anche:

Il Presidente Napolitano al Papa: Sono certo che Lei possa ben cogliere la intensa, affettuosa vicinanza nostra e del popolo italiano

Il Papa ai vescovi della Liberia: La lotta alla povertà inizia dal rispetto della dignità dell'uomo

Il Papa all'ambasciatore del Congo: Invito le autorità pubbliche a non tralasciare nulla per porre fine alla situazione di guerra

Mons. Crociata: Su pedofilia totale trasparenza. Non c'è complotto né montatura mediatica

Mons. Crociata: il prete che commette abusi è "tradimento devastante" (Apcom)

Concerto in Vaticano offerto dal presidente Napolitano in onore del Papa per il V anniversario del Pontificato. Diretta anche su Raidue dalle 17.10

Cardinale Levada: la Chiesa contrasta in maniera esemplare la piaga degli abusi (Radio Vaticana)

Mons. Celli sui comunicatori della Chiesa: il Papa ci invita ad essere chiari e trasparenti (Radio Vaticana)

VII Seminario internazionale dei portavoce della Chiesa: comunicato finale

Il Papa non è molto conosciuto dai Cattolici inglesi anche per colpa delle resistenze dei vescovi inglesi e scozzesi alle sue riforme (Thompson)

Il cardinale Poletto: la visita del Papa a Torino per la Sindone, occasione per ridare slancio alla fede (Radio Vaticana)

Occhio! Il commento di Padre Giovanni Scalese

I cinque anni di Pontificato di Papa Benedetto nel commento di Luigi Accattoli

Processo contro don R.C., Mons. Scicluna alla CNN: l'Associazione "Caramella buona" non mi ha fornito dettagli

Ulteriori precisazioni sul caso del card. Hans Hermann Groer

Appello del Papa per la Repubblica Democratica del Congo: il Paese lavori per la rinascita e la legalità, il mondo lo aiuti a ritrovare la pace

Secondo Garelli e Politi il Pontificato di Benedetto XVI sarebbe troppo "occidentale" e trascurerebbe il resto del mondo

Un uomo accusa il Primate del Belgio di avere coperto un parroco pedofilo ma il caso, già noto, non regge

Dopo le dimissioni di Mons. Mixa il Papa riceve i vescovi tedeschi

Il Papa ai vescovi di Liberia, Gambia e Sierra Leone: promuovete il dialogo con l'islam; la mentalità antinatalista non è progresso culturale

Oggi le comiche! Il NYT, in un certo senso, scarica la responsabilità dell'articolo relativo al caso Murphy sull'avv. Anderson

Intervista al cardinale di Vienna

Mons. Malcolm Ranjith (Colombo): scandalo pedofilia, solidarietà e sostegno a Benedetto XVI (AsiaNews)

Luis Garza Medina (Legionari di Cristo): La decisione di Benedetto XVI del 2006 è stata un duro colpo. Accetteremo le decisioni della Santa Sede

"Beethoven e la scintilla di Dio" e "Schubert, i Lieder della speranza": due testi inediti di Joseph Ratzinger

Dopo ogni campagna di attacchi, la Chiesa ne esce sempre più forte e splendente di prima: la bellissima riflessione di Mons. João Scognamiglio

Riccardo Muti in armonia con Papa Ratzinger (Tornielli)

Chiesa e pedofilia: Salvatore Izzo risponde a Damian Thompson e John Allen

Marta Brancatisano, esperta in questioni familiari: Nei casi di abuso sui minori, priorità alle vittime (Carmen Elena Villa)

Papa Ratzinger ed il caso dei Legionari di Cristo (Iannuzzi)

Il Vaticano sta "difendendo" adeguatamente Benedetto XVI o si trattiene? Un commento alle analisi di Thompson ed Allen

Addio alla diplomazia inglese. Insultano il Papa ma guai a toccare un imam (Farrell)

Il Papa: i sacerdoti vivano in modo coerente con il Sacramento ricevuto. A Torino visiterò il Cottolengo, è un luogo di grazia (Izzo)

In Belgio inizia il cambiamento (José Luis Restán)

L'intervento di padre Lombardi al Seminario dei portavoce della Chiesa: sempre più trasparenti nell'informazione ecclesiale (Radio Vaticana)

Pedofilia, solidarietà al Papa dalla Fondazione Ebrea "Pave the way" (Izzo)

Il maestro Muti scrive la prefazione ad un libro del Papa sull'arte e la musica (Apcom)

Joseph Ratzinger e le sette note mortificate. Introduzione del Maestro Riccardo Muti al volume "Lodate Dio con arte" (O.R.)

L'intervento del Presidente del Senato Schifani nel bellissimo commento di Salvatore Izzo

D. Thompson: perché Benedetto XVI deve portare il peso di colpe del suo predecessore? La traduzione in italiano dell'articolo a cura di Messainlatino

Il Presidente del Senato, Renato Schifani: Benedetto XVI, il Papa che non ha paura di fronte ai lupi (Osservatore Romano)

Il Papa all'udienza generale ricorda due santi sacerdoti, Murialdo e Cottolengo, testimoni della carità (Radio Vaticana)

Thompson in appoggio ad Allen: forse il Vaticano non dice la verità su Benedetto XVI per non offuscare la reputazione di Giovanni Paolo II?

Pedofilia, card. Levada: possibile "atto di pentimento" della Chiesa?

George Weigel sta ancora aspettando una risposta di Kung alla sua lettera aperta. Aspetta e spera :-)

Il Papa: introdurre la nuova traduzione del messale in inglese con la dovuta sensibilità (Apcom)

Abusi, padre Lombardi: "Sarebbe un grave errore affermare che i media sono cattivi". "Non vogliamo la cultura del silenzio e del nascondere"

Abusi, l'Associazione delle Scuole dello Stato di New York e l'Associazione delle Contee contrarie al progetto di legge sull'allungamento della prescrizione

Il grazie del Papa al Comitato “Vox Clara” per la traduzione in inglese del Messale Romano (Radio Vaticana)

Der Standard: il card. Groer rimase membro di alcune congregazioni del Vaticano anche dopo le sue dimissioni

Il Papa, i sacerdoti e la responsabilità di una vita coerente (Sir)

Il Pontefice vola più alto dei nuvoloni. E non li teme. Mass media di nuovo spiazzati (Bruno Mastroianni)

Intervento del segretario generale della Conferenza episcopale italiana

Sugli abusi sessuali ogni generalizzazione è indebita

Pubblichiamo ampi stralci dell'intervento del segretario generale della Conferenza episcopale italiana, vescovo Mariano Crociata, alla riunione della Commissione presbiterale italiana, che si conclude oggi a Roma.

di Mariano Crociata

L'educazione umana e quella cristiana sono tra loro in un rapporto molto stretto, anche se non vanno confuse, così che un percorso educativo esemplare dà forma indivisibilmente ad un buon cittadino e ad un vero cristiano. Come presbiteri, dunque, abbiamo la responsabilità di avvertire l'intreccio di motivi apparentemente distanti in un servizio ministeriale che edifica la comunità ecclesiale facendo crescere mature persone credenti.
La composizione dei diversi apporti così segnalati dentro un unitario e convergente progetto educativo ecclesiale lascia intravedere un cammino fecondo per i prossimi anni, affidato alla nostra responsabilità e al nostro impegno. Una prospettiva non difforme disegnano altri momenti e temi significativi della vita della Chiesa in Italia.
Un primo evento è costituito dal procedere coinvolgente e sistematico della preparazione della prossima Settimana Sociale, in programma dal 14 al 17 ottobre a Reggio Calabria, di cui è imminente la divulgazione del documento preparatorio. Un secondo momento riguarda la pubblicazione del "Vademecum per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici" (23 febbraio 2010).
Mi sembra importante accennare anche ad una questione che travaglia ormai da decenni la nostra società e che tocca mentalità e cultura diffuse nel nostro Paese: mi riferisco al tema dell'aborto, nel quadro vasto e complesso dell'accoglienza della vita e dei problemi di tipo bioetico ad essa connessi, a cui non ha mancato di fare ripetuti riferimenti Benedetto XVI nel suo magistero anche recente. Ho voluto richiamare questo punto perché proprio nell'ultimo periodo è stato autorizzato l'uso della pillola ru486, seppure solo in regime ospedaliero. Inoltre è nota la produzione di farmaci il cui effetto consiste nel cancellare preventivamente ogni traccia di eventuale concepimento, con il risultato che la donna che ha assunto tali sostanze non saprà se sia avvenuta una fecondazione.
La questione educativa è a suo modo interpellata dai gravi e tristi episodi di pedofilia che hanno coinvolto alcuni ecclesiastici e hanno suscitato una vasta eco mediatica. Probabilmente siamo ancora condizionati dalla impressione suscitata dal flusso continuo di notizie e commenti. Tuttavia, sia pure consapevoli della delicatezza e della complessità del tema, dobbiamo cercare di condurre una riflessione pacata e il più possibile oggettiva. Il rischio è quello delle estremizzazioni e degli unilateralismi: da una difesa per partito preso e dalla giustificazione assolutoria al colpevolismo e al giustizialismo. Bisogna anzitutto correggere, tra i tanti, un luogo comune ricorrente, che vorrebbe il magistero ecclesiastico fino all'altro ieri tollerante verso certe pratiche, quando invece la condanna esplicita della pedofilia non è cosa di oggi, ma va ricondotta almeno a documenti del 1922 e del 1962, che ne stigmatizzavano in maniera inequivocabile la natura criminosa e aberrante. Chi ha favorito atteggiamenti di indulgenza o pratiche di rimozione non ha mai applicato direttive di Chiesa, ma semmai le ha tradite, stravolgendo la doverosa riservatezza in complice copertura.
Senza dubbio c'è stata una evoluzione nella sensibilità sociale, che ha portato da un lato ad una più netta e condivisa percezione della inaudita gravità della pedofilia e dall'altro all'esigenza di una totale trasparenza nella individuazione e nel contrasto di comportamenti e responsabilità. Si tratta di una evoluzione positiva, che ha trovato una risposta adeguata e pronta nei documenti emanati sotto il pontificato di Giovanni Paolo ii, e, più recentemente, nella "Lettera pastorale ai cattolici d'Irlanda" (19 marzo 2010) di Benedetto XVI e nella "Guida alla comprensione delle procedure di base della Congregazione per la Dottrina della Fede riguardo alle accuse di abusi sessuali" (12 aprile 2010).
Bisogna dire però che l'evoluzione della sensibilità comune si muove, purtroppo, dentro una interna contraddizione etica e culturale che non può essere occultata. Infatti, pur senza evocare le posizioni estreme di chi vorrebbe legittimare dal punto di vista culturale la pratica della pedofilia e avendo presente la diffusione incontrollata di pratiche e di immagini connesse con la pedofilia, non è improprio osservare che la cultura pansessualistica ed edonistica tanto diffusa non aiuta certo a sviluppare il senso del rispetto delle persone, specialmente delle più fragili e indifese, ridotte a oggetto di desiderio e di piacere.
Posto che un solo caso di pedofilia è già di troppo, in qualsiasi ambiente, un tale comportamento è doppiamente condannabile quando a metterlo in atto è un uomo di Chiesa, un prete, una persona consacrata. Per questo non basta dire che, in proporzione numerica, i casi di pedofilia tra il clero sono uguali o addirittura inferiori a quelli che si verificano in altre categorie di persone. Non possiamo infatti sorprenderci se la reazione di fronte ad abusi commessi da ecclesiastici è stata così forte. Noi stessi siamo cultori della grandezza e della elevatezza del ministero che ci è stato affidato, e desideriamo diffondere questo senso di sacralità nei fedeli e attorno a noi: è comprensibile che chi ci incontra si aspetti dal sacerdote un comportamento corrispondente. La rabbia e l'amarezza hanno un significativo rapporto con la consapevolezza dell'alta qualità morale e umana del clero, nonché con l'affidabilità maggiore da noi offerta e attesa dagli altri, particolarmente in rapporto ai minori consegnati alla nostra guida e alla nostra responsabilità educativa. Le aspettative più alte alimentate dal nostro ministero rendono smisuratamente più intollerabile e condannabile un tradimento così grave e devastante.
Detto questo, è doveroso aggiungere che ogni generalizzazione è indebita, e precisamente nelle due direzioni: nel far credere che in ogni prete si celi un potenziale pedofilo o, all'opposto, nel supporre che le accuse di pedofilia siano soltanto il frutto di un complotto architettato contro la Chiesa. Il fatto che qualche giornale o gruppo di pressione abbia intentato una campagna denigratoria, prendendo spunto da alcune notizie, non può far concludere che si tratti soltanto di una montatura mediatica. D'altra parte, l'emergere di casi puntuali non può dare adito a giudizi sommari, di per sé sempre superficiali. È necessario, invece, attenersi il più possibile ai fatti, senza lasciarsi sopraffare dal clamore delle notizie ad effetto né da un acritico garantismo, profondamente ingiusto rispetto alle vittime, che sono - non dimentichiamolo - nostri fratelli e sorelle nella fede e nella Chiesa.
Ci troviamo di fronte a persone da tutelare e da accompagnare: qui sta la sfida e la difficoltà di una condizione umana che interpella la responsabilità di tutti. Le vittime hanno bisogno di giustizia e di solidarietà; necessitano di essere protette e difese e poi accompagnate in un lungo cammino di recupero e di riconciliazione anzitutto con la loro storia. Dall'altra parte, anche gli autori degli abusi vanno accompagnati, senza falsa pietà, in un percorso di correzione e di contenimento che impedisca la reiterazione del male e ne favorisca il processo di redenzione.
La comunità cristiana, in tutto questo, si trova in una posizione peculiare, poiché è doppiamente colpita e danneggiata nei suoi membri, sia offensori che vittime; ma è ferita anche nella sua immagine pubblica in ordine all'esercizio della sua missione pastorale. A tutto ciò essa deve rispondere secondo lo stile di verità che le è proprio, ovvero secondo giustizia e misericordia. Ciò esige solidarietà e sostegno alle vittime, rigore e accompagnamento - nel rispetto delle leggi della Chiesa e dello Stato - verso chi si è reso responsabile di abusi, purificazione e penitenza al proprio interno, coraggio e rinnovato slancio nel condurre la propria missione.
Sempre, nel corso della storia, la Chiesa scopre nella prova di essere depositaria di una grazia, di una forza, di una integrità che non vengono dai suoi membri, ma dall'alto, cioè dal Signore. Perciò questo momento deve essere affrontato con coraggio e secondo verità. Non si deve aver paura di evidenziare e togliere il male di mezzo a noi, ma nello stesso tempo non si deve aver paura di annunciare il Vangelo. Si può aver vergogna di se stessi, ma non del Vangelo. E naturalmente, per non vergognarci del Vangelo, dobbiamo adoperarci per aderirvi con il cuore e con la vita, con tutto di noi stessi.
In conclusione, ritengo che si debbano avere due tipi di attenzioni. La prima riguarda la necessaria interazione e distinzione fra tre ambiti: lo spazio della giustizia umana, la competenza delle scienze, il regime della grazia e il suo ordinamento ecclesiale; in altre parole, il delitto, la malattia, il peccato. Di una persona che si macchia di abusi su minori può essere detto - ma va distintamente verificato - che ha compiuto un delitto, che è malata, che ha peccato. Una tale persona ha bisogno di sottoporsi alla giustizia, alla cura, alla grazia. Tutte e tre sono necessarie, ma non possono surrogarsi, sostituirsi, compensarsi: la pena per il delitto non guarisce né dà il perdono, ma anche, all'inverso, il perdono del peccato non guarisce la malattia né adempie le esigenze della giustizia, così come la cura non può sostituire la pena né tanto meno rimettere il peccato. Le indicazioni che vengono dalla Chiesa vanno proprio nella direzione della armoniosa interazione fra i tre livelli. C'è da sperare che, al di là delle polemiche mediatiche, si sia capaci di suscitare la cooperazione necessaria a lenire, se non a guarire, ferite così profonde.
Quanto alla seconda attenzione, la vicenda della pedofilia, come indicato da Papa Benedetto XVI, deve costituire l'avvio di un percorso di purificazione e di rinnovamento profondo all'interno della Chiesa. Questo rinnovamento richiederà alcune condizioni. La prima è una particolare diligenza nel discernimento vocazionale dei ministri e delle persone consacrate e nella loro preparazione e formazione al ministero e alla consacrazione. Una seconda condizione è che l'esercizio dell'autorità nella Chiesa assicuri permanentemente una elevata qualità umana, spirituale, intellettuale e pastorale in chi esercita un ministero e, nello stesso tempo, vigili con senso di carità e di responsabilità. Una terza condizione tocca ciascuno di noi, chiamato a fuggire dalla tentazione dell'individualismo e della chiusura nel privato, per vivere la fraternità ministeriale, religiosa ed ecclesiale, in modo da sviluppare l'evangelica correzione fraterna: essa ci sostiene potentemente in quel cammino di santità, che è il senso dell'esistenza cristiana in ogni stato di vita.

(©L'Osservatore Romano - 30 aprile 2010)

1 commento:

Anonimo ha detto...

OT
Riprendono le violenze in India contro i cristiani:
Un sacerdote assassinato
http://www.asianews.it/notizie-it/Assassinato-un-sacerdote-vicino-a-Mumbai-18269.html

Un gruppo di donne e bambini cristiani prima assaliti da estremisti indù e poi arrestati umiliati e abusati dalla polizia
http://www.asianews.it/notizie-it/Karnataka:-cristiani-assaliti-da-estremisti-indù-e-arrestati-dalla-polizia-18277.html

Alberto