martedì 22 giugno 2010

L'insegnamento di Papa Benedetto. Come in solstizio: oltre la paura del buio (Corradi)


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Finalmente anche i commentatori dei giornaloni italiani scoprono la sacrosanta verità: Papa Ratzinger paga per tutti!

Il Papa pensa alle nomine chiave (innanzitutto la sostituzione di Re) ed a "imbrigliare" Propaganda Fide (Peloso)

Il Papa: "Chi aspira al sacerdozio per un accrescimento del proprio prestigio personale e del proprio potere ha frainteso alla radice il senso di questo ministero. Chi vuole soprattutto realizzare una propria ambizione, raggiungere un proprio successo sarà sempre schiavo di se stesso e dell’opinione pubblica. Per essere considerato, dovrà adulare; dovrà dire quello che piace alla gente; dovrà adattarsi al mutare delle mode e delle opinioni e, così, si priverà del rapporto vitale con la verità, riducendosi a condannare domani quel che avrà lodato oggi. Un uomo che imposti così la sua vita, un sacerdote che veda in questi termini il proprio ministero, non ama veramente Dio e gli altri, ma solo se stesso e, paradossalmente, finisce per perdere se stesso" (Monumentale omelia)

L'omelia del Papa e quella di Sepe nel commento di Michele Esposito

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Un giurista italiano come "delegato" dei Legionari di Cristo? La nomina forse la prossima settimana (Vecchi)

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Il "caso" Propaganda Fide e l'indagine sul card. Sepe: lo speciale del blog

Su segnalazione di Alessia leggiamo:

L'insegnamento di Papa Benedetto

Come in solstizio: oltre la paura del buio

Marina Corradi

All'Angelus il Papa ha citato Edith Stein: «Più si fa buio intorno e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall’alto», scriveva nel 1938 dal Carmelo di Colonia la santa morta ad Auschwitz. E’ un pensiero, quello di suor Teresa Benedetta della Croce, che nella sua essenza ritorna in questi mesi nelle parole del Papa. Benedetto XVI ci parla spesso del buio. E della luce. Di un buio e di una luce che paradossalmente si accompagnano; di una luce che viola anche il fondo del buio più impenetrabile.
Anche a Torino, in Duomo, dopo lunghi minuti in ginocchio solo davanti alla Sindone, aveva meditato su quella che ha chiamato «icona del Sabato Santo», sul tempo «breve ma infinito» della morte di Dio: «L’oscurità di quel giorno interpella tutti coloro che si interrogano sulla vita, in particolar modo interpella noi credenti. Anche noi abbiamo a che fare con questa oscurità».
Noi come tutti. E forse anche più noi di chi non crede in niente, e procede con cinica rassegnazione. L’oscurità, il male, il dolore, provocano più fortemente chi crede nella promessa di un Dio buono.
Ci provocano anche oggi, benché non siamo in tempi di guerra o di lager. Benché viviamo in pace, e non ci ricordiamo la fame. Ma è come se tra noi si allargasse una penombra. Quanto fatichiamo a ricordarci di un bene comune, e di una condivisa speranza. Sembra che tutto sia pagato, comprato, corrotto. Sembra che niente più sia gratuito, né innocente.
Anche questa è oscurità. Non quella sanguinosa e annichilita del tempo della guerra. Una oscurità «lieve» invece, a volte più simile a una farsa che a un dramma; quasi, a guardarla distrattamente, «gaia»; e però in questa penombra un tarlo rode la nostra speranza. È buio anche un mondo in cui non si ha più fiducia negli altri, e – senza magari dirselo – si pensa di vivere, e cavarsela, per sé soli.
In questa nostra ombra non tragica, ma che avviluppa e avvilisce, e soffoca il coraggio, il Papa domenica è tornato a parlarci del buio con le parole di Edith Stein. Che, ebrea di nascita, nel 1938 ben vedeva, nella lucida profezia dei santi, quali tenebre si andavano addensando in cielo e in terra. E tuttavia parlava di una luce cui, in quel buio, aprire di più l’anima. Un mese fa, a Torino, Benedetto XVI si è fermato davanti alla Sindone, icona di morte e martirio che pure milioni di uomini sono andati a venerare. «Il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più luminoso di una speranza che non ha confini», ha detto.
Dov’è la luce? Dove non la cercheremmo, dove non vorremmo andare: al fondo del buio. È la stessa cosa che Benedetto XVI ha spiegato chiudendo l’anno sacerdotale. Quest’anno ferito dalla coscienza del male compiuto proprio da dei sacerdoti. Buio e dolore dunque nella Chiesa. Ma questo buio serviva a «diventare grati per il dono di Dio», ha detto il Papa: per quel dono in vasi di creta, più forte però e gratuito e perpetuo di ogni miseria degli uomini.
E sembra che Benedetto ultimamente ci insegni, come ai bambini, a non avere paura del buio. A guardare invece a una misteriosa simmetria: più profonda è la notte, più grande è l’attesa dell’alba.
Nella antica sapienza della Chiesa: che festeggia la nascita di Cristo a pochi giorni dal solstizio d’inverno, quando il giorno è debole e breve, e le notti interminabili. Nel fondo del buio, quando gli uomini tremano e dubitano, l’avvento della luce. Come se la oscurità che ci sgomenta fosse vuoto, o domanda, finalmente, che attende di essere colmato.

© Copyright Avvenire, 22 giugno 2010

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Intanto anche gli spagnoli sono sempre più "illuminati". Eufemia
SPAGNA: MATRIMONI CIVILI SUPERANO RELIGIOSI, PIU' NOZZE GAY

(ANSA) - MADRID, 22 GIU - Per la prima volta dalla loro
creazione alla fine degli anni Settanta, il numero di matrimoni
civili (95 mila) ha superato nel 2009 in Spagna quello delle
unioni con rito religioso (81 mila, ci cui 80.170 cattolici),
anche se in termini generali i si' tra due persone (176 mila)
sono calati del 10,8% rispetto all'anno precedente, riferisce
una nota dell'istituto nazionale di statistica Ine.
I dati ancora provvisori dell'Ine sul 2009 indicano invece un
aumento delle unioni tra persone dello stesso sesso, legali dal
2005: sono state 3.421, 218 in piu' rispetto al 2008. La maggior
parte dei matrimoni gay si sono registrati tra uomini (2.212),
mentre le unioni tra donne sono state 1.200.
La natalita' in Spagna ha subito invece un forte calo del 5%,
dopo 10 anni di crescita ininterrotta, spinto anche
dall'immigrazione. L'anno scorso infatti le madri con
nazionalita' straniera a dare alla luce un figlio sono diminuite
del 6% rispetto al 2008, arrivando ad essere il 20,6% del
totale. (ANSA).

YK6
22-GIU-10 14:20 NNNN

Andrea ha detto...

NO: il Papa non ci ha detto di andare a cercare la luce nel fondo del buio; non ci ha detto che il buio serviva a "diventare grati per il dono di Dio". Ci ha detto che il Nemico ha attaccato per far scomparire la Chiesa, ma che la Chiesa NON PUO' essere annientata perché NON persegue la "glorificazione della propria personale prestazione umana".
La Luce che ci salva non sgorga in fondo ai pozzi, ma, venendo dall'ALTO, rischiara anche il fondo dei pozzi