Pedofilia, card. Ruini: il Papa vuole che si ripari al male fatto. La sua riforma non riguarda le strutture esteriori (Izzo)

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PRETI PEDOFILI: RUINI, IL PAPA VUOLE SI RIPARI AL MALE FATTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 8 lug.

"Benedetto XVI riconosce i peccati commessi nel presente e per questi chiede perdono anzitutto a Dio e quindi anche ai fratelli nella Chiesa e nell'umanita'.
Il perdono implica la volonta' di riparare il male causato alle vittime, richiede la fede e la conversione del cuore".
Lo afferma il card. Camillo Ruini in un'intervista al sito "www.chiesa" del gruppo l'Espresso.
Mentre Giovanni Paolo II ritenne di pronunciare i suoi famosi "mea culpa" riguardo a peccati commessi nel passato, da parte di Papa Ratzinger, spiega l'ex presidente della Cei, "l'attenzione e' focalizzata su alcune colpe non di ieri ma di oggi. Altra cosa e' pero' l'atteggiamento di coloro che accusano la Chiesa per colpirla, non per una positiva volonta' di costruire".
"Di fronte a questi attacchi - sottolinea il porporato - occorre forza spirituale, non debolezza. Maritain affermava giustamente che la Chiesa non deve genuflettersi di fronte al mondo".

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PAPA: RUINI, LA SUA RIFORMA NON RIGUARDA STRUTTURE ESTERIORI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 8 lug.

"La riforma della Chiesa che Benedetto XVI vuole non e' in primo luogo una riforma di strutture esteriori, di apparati organizzativi.
La vera riforma riguarda anzitutto l'anima profonda della Chiesa, il suo rapporto con Dio". Lo afferma il card. Camillo Ruini in un'intervista al sito "www.chiesa" del gruppo L'Espresso.
L'ex presidente della Cei chiosa riguardo a un commento su questo aspetto fatto dal suo successore, card. Angelo Bagnasco che aveva parlato di autoriforma della Chiesa.
"La parola autoriforma - sottolinea - non e' la piu' esatta: la Chiesa non puo' far da se'. Deve lasciarsi plasmare e riformare dall'alto, prendendo vita e forma dallo Spirito di Dio".
Nell'intervista il card. Ruini indica come bussola per la riforma ratzingeriana la "Dominus Iesus", cioe' l'Istruzione della Congregazione della Dottrina della Fede che, a firma del card. Joseph Ratzinger, nel 2000 rimise al centro di tutta la pastorale e anche del dialogo ecumenico e interreligioso la verita' di Gesu' come unico salvatore del mondo, un documento che fu molto contestato anche all'interno della Chiesa (in particolare dal card. Walter Kasper, allora presiente del dicastero per l'unione dei cristiani e i rapporti con gli ebrei).
Ma, afferma Ruini, di quella riaffermazione "ce n'era bisogno e ce n'e' bisogno anche oggi. Semmai, si potrebbe dire che sia arrivato in ritardo, perche' ormai da qualche decennio c'era, anche nella Chiesa, chi metteva in dubbio una verita', quella di Cristo unico salvatore, che per i credenti in Cristo e' fondamentale e vorrei dire ovvia, dato che fa parte del messaggio cristiano primigenio".
Quanto al dialogo ecumenico, per il porporato "in dieci anni molti passi avanti sono stati compiuti, in particolare con le Chiese ortodosse e con quelle precalcedonesi d'Oriente, tutte di origine apostolica.
Meno positivo e' il bilancio con le Chiese uscite dalla riforma protestante" piu' distanti di prima sul tema dell'antropologia, "le questioni su chi e' l'uomo, sulla bioetica, sulla famiglia" perche' "hanno intrapreso un cammino di apparente modernizzazione che in realta' le porta sempre piu' lontane dal centro del cristianesimo".
Quanto al dialogo interreligioso, se "con gli ebrei - per il cardinale di Sassuolo - vi sono stati certamente dei progressi di sostanza, anche se in certi momenti tormentati da incomprensioni, errori procedurali e fraintendimenti, con l'islam - invece - rispetto al Giubileo di dieci anni fa, il quadro e' stato segnato dall'11 settembre del 2001. Ma sia la Chiesa sia alcune componenti dell'islam hanno cercato e cercano di superare questa frattura e di giungere a una migliore comprensione reciproca".
"La convinzione comune - conclude Ruini - e' che abbiamo tutti il dovere di servire l'unita' del genere umano, in un mondo sempre piu' piccolo e interdipendente, nel quale abbiamo sempre piu' bisogno gli uni degli altri".

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