lunedì 18 gennaio 2010

Visita del Papa alla sinagoga di Roma: il commento di Rino Fisichella


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MOMENTO STORICO

Rino Fisichella

Essere stato presente in sinagoga ha significato realmente vivere un momento storico. Al di là della retorica, l’aria che si è respirata da subito è stata quella dell’amicizia e della gioia di ritrovarsi insieme. Ho tanti amici ebrei, ma non è questo ciò che conta.
Certo, è importante a livello personale, perché permette di conoscersi e comprendersi nella stima reciproca, ma essere stato in sinagoga ieri ha significato molto di più. L’emozione gioca sempre una parte importante in questi casi; eppure, ha prevalso la lucidità nell’ascolto dei discorsi che sono stati fatti. La prima impressione che si ricava è la concretezza dei temi affrontati, che permettono di tracciare davvero un cammino per un impegno comune.
Tra quelle mura sacre non si è fatta retorica né teoria; d’altronde, dinanzi ai deportati della follia nazista non era possibile. Non lo permetteva il momento storico che stiamo vivendo tutti e non lo concedeva neppure la situazione di crisi culturale generalizzata che chiede alle religioni di portare il proprio contributo specifico. Ho pensato più volte, dinanzi ai richiami alla shoa cosa potesse passare nel cuore e nella mente del Papa. Inevitabilmente e senza alcuna colpa anche lui porta il peso di quella follia messa in opera da chi aveva cacciato Dio per dare sfogo alla sete di potere. In tutti ha prevalso il rispetto, la comprensione e la forte condanna.
Ciò che è emerso, comunque, è aver constatato la volontà, oltre al desiderio, di tracciare un sentiero da percorrere insieme. Nei prossimi anni dovremo comprendere se questo è stato percorso oppure no. Da qui dipende la coerente continuità della visita del Papa in sinagoga e la permanenza del suo valore storico. Il rabbino Di Segni si è chiesto per quali strade e attraverso quali modalità possiamo camminare insieme come fratelli; Benedetto XVI ha risposto senza esitazioni. Riportare nella nostra società il senso di Dio che è andato perduto, impegnarsi per mantenere ferma la sacralità della vita, guardare con attenzione alla creazione per salvaguardarne l’integrità. Questi temi, pur complessi nella loro semplicità, obbligano a lavorare insieme, nonostante le differenze peculiari che ognuno possiede e conserva. Per i cattolici permane l’impegno a leggere la nostra storia alla luce delle radici che affondano nel terreno del popolo di Israele; per gli ebrei è decisivo guardare con maggior determinazione al futuro, forti dell’esperienza di sofferenza vissuta nel passato ma senza fermarsi ad essa. Cattolici ed ebrei si ritrovano a condividere una responsabilità comune; non è permesso loro dividersi o ignorarsi. Lo richiedono con forza e convinzione quanti ieri hanno vissuto un momento straordinario con una valenza religiosa, sociale e civile degna di essere annoverata tra i momenti storici del nostro tempo.

© Copyright Il Messaggero, 18 gennaio 2010 consultabile online anche qui.

14 commenti:

Maria R. ha detto...

"Ho pensato più volte, dinanzi ai richiami alla shoa cosa potesse passare nel cuore e nella mente del Papa."
Credo che Mons. Fisichella abbia palesato quello che tutti coloro che vogliono bene al Papa, hanno pensato in quei momenti...ed è bello che lo dica cosi', semplicemente!

Raffaella ha detto...

E' proprio cosi' che si dovevano esprimere i sentimenti del Papa.
In modo chiaro, ma anche in modo molto semplice, come e' il Santo Padre.
Ho apprezzato molto la sensibilita' di Mons. Fisichella.
R.

Maria R. ha detto...

Io l'ho sentito ieri, su Sat 2000, subito dopo la fine della diretta dal Tempio Maggiore e anche ieri mi ha dato la stessa impressione che ha dato a te, pacato e molto sensibile:)

Ti auguro fin d'ora la buona notte, credo che sia stata una giornata pesante per la tua "sala stampa" :)

Raffaella ha detto...

Ormai Maria mi conosce bene :)
In fondo sono una gallinella.
Che nessuno commenti!!! :))
R.

Raffaella ha detto...

...infatti gia' dormo!
Buona notte anche a te, Maria ed al blog :))
R.

Maria R. ha detto...

Ma no, magari avrebbero pensato che fossi io la gallinella! :p

(comincio ad avere crisi d'identità, ma non eravamo i 4 gatti del Papa????? )

Raffaella ha detto...

Un bel pollaio e non se ne parla piu' :))
R.

euge ha detto...

Care Maria e Raffaella credo che siano state giornate piene per tutti! Immaginate per il nostro Papa che, pur essendo ormai abituato a parlare di argomenti delicati, nel proprio cuore avrà conservato tantissime emozioni concetto, molto bene espresso da Mons. Fisichella.
Carissimi amici siamo stati testimoni un nuovo traguardo del Pontificato di Bendetto XVI vissuto attimo per attimo grazie al lavoro scrupoloso e puntuale di Raffaella.
Continuiamo a camminare con Benedetto XVI chissà quanti traguardi ancora saremo pronti a raggiungere al suo fianco.

euge ha detto...

Un bel pollaio oppure un affollato gattile...... il risultato non cambia..........
SIAMO SEMPRE TANTISSIMI! :-))))))

Raffaella ha detto...

Grazie, Euge :))
R.

euge ha detto...

:-)))))))))))))))))))

Anonimo ha detto...

Siamo un esercito di gatti, galline, polli, pollastri..... e Gli vogliamo tanto bene. Buona notte a tutti

don Alessandro ha detto...

Ottimo l'articolo di mons. Fisichella, degno di un uomo che ama profondamente la Chiesa ed è unito al SANTO PADRE. Condivido le sue tesi e gioisco nel sentire tanta passione per la Verità, che talvolta passa per la fatica di un percorso comune, come è quello con gli ebrei, pur con le debite differenze.
don Alessandro

sam ha detto...

Anch'io, anch'io, ci sono anch'io, cooooc coooooc cooocodè!
Scusatemi se frequento poco, ma in questi giorni c'è un'Emergenza - con la E maiuscola - che mi chiama. Impegnatissima su altri fronti, ma con voi in spirito e le fatiche le offro per il Papa.
E da quel che ho capito dai veloci passaggi sui post,l'attività frenetica deve avermi scampato da tante amarezze, mentre per la dolcezza è bastato leggermi le parole di Benedetto XVI.