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«Nella fedeltà al Vangelo un servizio alla libertà»

Il Papa ai vescovi d’Inghilterra e Galles: per garantire uguali opportunità, alcune norme possono violare la legge naturale. Gli anglicani che tornano in piena comunione benedizione per tutta la Chiesa

DA ROMA MIMMO MUOLO

Anche nelle società dell’Occidente libero la libertà religiosa può essere messa in forse. Lo ha fatto notare ieri il Papa, ricevendo i vescovi di Inghilterra e Galles, in occasione della visita ad limina.
Un discorso, quello di Benedetto XVI, che affrontato anche il tema del suo prossimo viaggio in Gran Bretagna (evento, ha detto il presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, che sarà occasione di crescita non solo per i cattolici ma per tutti i cittadini del Paese) e dei rapporti con le comunità già anglicane che hanno chiesto di entrare a far parte della Chiesa cattolica.
In un contesto dove sono forti le spinte della secolarizzazione, i cattolici hanno il diritto di testimoniare la verità del Vangelo, ha sottolineato innanzitutto il Pontefice, ricordando che la Gran Bretagna è ben nota «per il suo fermo impegno sull’eguaglianza delle opportunità per tutti i membri della società».
Tuttavia, ha osservato, l’effetto di alcune leggi «volte a raggiungere questo obiettivo» è stato quello di «imporre delle ingiuste limitazioni alla libertà delle comunità religiose di agire in accordo con le loro convinzioni». E questo, ha proseguito Benedetto XVI, viola «la legge naturale su cui è fondata l’uguaglianza di tutti gli uomini». Nella società laica, però, nessuno deve avere timore. «La fedeltà al Vangelo – ha fatto notare il Papa – non restringe la libertà degli altri in alcun modo». Anzi, «serve la loro libertà offrendogli la verità». I vescovi devono dunque «continuare ad insistere sul diritto di partecipare al dibattito pubblico attraverso un dialogo rispettoso con gli altri elementi della società». Così facendo, ha aggiunto rivolgendosi direttamente ai vescovi presenti all’udienza, «non state solo conservando le antiche tradizioni britanniche di libertà di espressione e onesto scambio di opinioni», ma state anche dando voce «alle convinzioni di molte persone che non hanno i mezzi per esprimerle».
«Quando così tanta gente si proclama cristiana – si è chiesto il vescovo di Roma – come può qualcuno criticare il diritto di poter ascoltare il Vangelo?».
Il Pontefice si è quindi rivolto alla comunità cattolica, e ai catechisti in particolare, chiedendo a tutti una particolare attenzione alla voce dello Spirito, «che guida l’intera Chiesa nella verità» e nell’unità. «In un contesto sociale che incoraggia l’espressione di una varietà di opinioni su ogni questione» è importante «riconoscere il dissenso per ciò che è».
Infatti «è la verità rivelata attraverso la Scrittura e la Tradizione e articolata dal Magistero della Chiesa che ci rende liberi», ha detto il Papa. Quindi Benedetto XVI si è soffermato sui rapporti ecumenici chiedendo ai vescovi di «implementare con generosità» le disposizioni della Costituzione apostolica Anglicanorum Coetibus per accogliere quei gruppi di anglicani che vogliono entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica. Sono convinto, ha detto il Pontefice, che «questi gruppi saranno una benedizione per la Chiesa intera». «In occasione della mia prossima visita apostolica in Gran Bretagna – ha quindi affermato – potrò vedere personalmente» e confermare la fede dei credenti. E l’attesa per il viaggio è già alta.

© Copyright Avvenire, 2 febbraio 2010