sabato 6 marzo 2010

Il Papa ai volontari della Protezione Civile: siate icone viventi del Buon Samaritano. Lo Stato non può sostituire l’amore per il prossimo (R.V.)


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Il Papa alla Protezione Civile: "I volontari non sono dei "tappabuchi" nella rete sociale, ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società. Senza volontariato, il bene comune e la società non possono durare a lungo, poiché il loro progresso e la loro dignità dipendono in larga misura proprio da quelle persone che fanno più del loro stretto dovere" (Discorso)

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Il Papa ai volontari della Protezione Civile: siate icone viventi del Buon Samaritano. Lo Stato non può sostituire l’amore per il prossimo

Il vostro impegno quotidiano vi rende “icone viventi” del Buon Samaritano: è il sentito ringraziamento del Papa agli 8 mila Volontari della Protezione Civile Italiana, che stamani hanno gremito l’Aula Paolo VI. Lo Stato e la politica, ha sottolineato il Pontefice, non possono sostituire l’amore per il prossimo. Dal canto suo, salutando il Pontefice, il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, ha ricordato i meriti dei tantissimi volontari impegnati nelle emergenze, in particolare in favore delle vittime del terremoto, che esattamente 11 mesi fa ha devastato l’Abruzzo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“L’amore sarà sempre necessario, anche nella società più giusta”. Benedetto XVI riprende la sua Enciclica “Deus caritas est” per ribadire che “l’amore del prossimo non può essere delegato”. E ha rilevato che “lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il welfare, non possono sostituirlo”:

“Non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo. Ci sarà sempre sofferenza che necessita di consolazione, di aiuto”.

L’amore del prossimo, ha proseguito, “richiede e richiederà sempre l’impegno personale e volontario”. Lo si è visto anche nelle ultime emergenze nazionali e internazionali come nelle attività di sostegno a grandi avvenimenti. Il pensiero del Papa va ai terremotati di San Giuliano di Puglia e all’Abruzzo. Ha così ricordato la sua commovente visita ad Onna e L’Aquila, dell’aprile scorso, dove ha potuto constatare di persona l’impegno della Protezione civile per assistere le vittime del sisma. Né ha mancato di rammentare l’assistenza garantita dai volontari della Protezione Civile ai giovani accorsi a Roma per la Ggm del 2000 e ai fedeli venuti a Roma nel 2005 per dare l’ultimo saluto a Giovanni Paolo II. “I volontari – ha detto ancora il Papa - non sono dei ‘tappabuchi’ nella rete sociale, ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società”:

“Senza volontariato, il bene comune e la società non possono durare a lungo, poiché il loro progresso e la loro dignità dipendono in larga misura proprio da quelle persone che fanno più del loro stretto dovere”.

Benedetto XVI ha quindi tracciato un paragone tra la figura del Buon Samaritano e il volontario della Protezione Civile. Il personaggio di cui ci parla il Vangelo di Luca, ha detto, assiste il malcapitato nel momento del massimo bisogno:

“Il buon Samaritano insegna, però, ad andare oltre l’emergenza e a predisporre, potremmo dire, il rientro nella normalità. Egli, infatti, fascia le ferite dell’uomo riverso a terra, ma poi si preoccupa di affidarlo all’albergatore affinché, superata l’emergenza, possa ristabilirsi”.

Il vostro impegno, ha detto il Papa ai volontari, “è un servizio reso alla dignità dell’uomo fondata sul suo essere creato a immagine e somiglianza di Dio”. Di qui l’esortazione ad essere testimoni di carità, aprendo il cuore all’impegno per gli altri:

“Oltre che custodi del territorio, siate sempre più icone viventi del buon Samaritano, conferendo attenzione al prossimo, ricordando la dignità dell’uomo e suscitando speranza. (…) Chi ama e serve gratuitamente l’altro come prossimo, vive ed agisce secondo il Vangelo e prende parte alla missione della Chiesa, che sempre guarda l’uomo intero e vuol fargli sentire l’amore di Dio”.

Il Papa ha rammentato che il volontariato della Protezione Civile è diventato un fenomeno nazionale con un milione e trecentomila membri, suddivisi in oltre tremila organizzazioni. Ed ha constatato che "le finalità e i propositi" della Protezione Civile "hanno trovato riconoscimento in appropriate norme legislative":
“Voi costituite una delle espressioni più recenti e mature della lunga tradizione di solidarietà che affonda le radici nell’altruismo e nella generosità del popolo italiano”.

“I termini ‘protezione’ e ‘civile’ – è stata la riflessione del Pontefice – rappresentano delle precise coordinate ed esprimono in maniera profonda” la missione della Protezione Civile. Una vera “vocazione”, l’ha definita il Papa, “proteggere le persone e la loro dignità” nei casi “tragici di calamità e di emergenza che minacciano la vita e la sicurezza di famiglie o di intere comunità”. Tale missione, ha concluso, “non consiste solo nella gestione dell’emergenza, ma in un contributo puntuale e meritorio alla realizzazione del bene comune”, che “rappresenta sempre l’orizzonte della convivenza umana anche, e soprattutto, nei momenti delle grandi prove”.

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