venerdì 19 marzo 2010

Firmata la lettera ai Cattolici irlandesi. Il testo tradotto anche in tedesco (Izzo). Monumentale


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IL PAPA HA FIRMATO LA LETTERA AI CATTOLICI IRLANDESI

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: FIRMATA LETTERA A CATTOLICI IRLANDESI; testo tradotto anche in tedesco

(AGI) - CdV, 19 mar.

(di Salvatore Izzo)

E' stata rivista piu' volte dallo stesso Pontefice, alla luce dei suggerimenti ricevuti dai vescovi irlandesi un mese fa ma anche da quelli giunti negli ultimi giorni dalla Germania, attraverso il presidente della Conferenza Episcopale, mons. Robert Zollitsch, la Lettera pastorale di Benedetto XVI ai cattolici d’Irlanda sulla questione degli abusi su minori da parte di alcuni esponenti del clero (i sacerdoti irlandesi colpevoli sono 46 ma alcuni di loro hanno abusato decine di bambini).
Il testo - che sara' reso noto domani - occupa dieci cartelle ed e' gia' stato tradotto in diverse lingue, compreso il tedesco, in modo che possa essere immediatamente consultabile anche in Germania.
Con l'intento di evitare fraintendimenti e' stato deciso che a presentarlo non saranno i responsabili vaticani delle inchieste su questi delitti ma il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che terrà un briefing sul documento.
Bastera' la Lettera a placare l'attacco mediatico in corso, che anche in Irlanda sembra voler alzare sempre di piu' il tiro fino a pretendere le dimissioni del cardinale primate Sean Brady, che da giovane sacerdote segui' un inchiesta per conto del suo vescovo e si senti' impegnato da questi al silenzio?
Insospettisce il fatto che gli attacchi di questi giorni seguono una serie di aggressioni mediatiche alla Santa Sede e al Papa che hanno in comune alcune "firme", come quella del teologo Hans Kung, forse i mandanti, e certamente l'effetto di indebolire l'immagine della Chiesa Cattolica agli occhi dell'opinione pubblica.
"Kung offre articoli preconfezionati (quello di ieri e' stato pubblicato in eguale copia dalla Suddeutsche Zeitung), pezzi scritti piu' per andare dietro a degli stereotipi che per entrare nel fondo delle questioni", afferma in proposito il direttore dell'Osservatore Romano, prof. Giovanni Maria Vian, in un'intervista pubblicata dal Foglio.
Per Vian la polemica su quanto accaduto a Monaco e' fuori luogo perche' "i fatti non sono andati come Kung e certa stampa li ha raccontati".
Ma, aggiunge, "al di la' delle vicende di Monaco, sono principalmente gli attacchi personali di Kung al Papa e anche al presidente dei vescovi tedeschi Robert Zollitsch che stupiscono perche' sembrano fatti piu' a beneficio del grande pubblico che per altro".
E' noto che all'inizio del Pontificato Benedetto XVI invito' a pranzo l'ex collega di Tubinga, l'universita' dove entrambi insegnavano teologia, offrendogli la possibilita' di riaprire un dialogo con la Chiesa Cattolica della quale e' pur sempre un sacerdote.
Dunque i continui attacchi di Kung senz'altro non fanno piacere al Papa.
"Assolutamente no", dice il direttore dell'Osservatore. Ma il Papa ne e' informato? Gli arriva tutto? "Assolutamente si'. E si dispiace quando i giornali stravolgono la realta'".
Per il prof. Vian, "quel che certa stampa sta mettendo in atto e' proprio alterare la realta' presentando la chiesa come un 'club di pedofili'.
Una cosa falsa e disgustosa. Per fortuna - rileva Vian - c'e' chi non fa questo tipo di operazioni. Vorrei in questo senso elogiare Angela Merkel che in un discorso al Bundestag ha detto che il problema della pedofilia e' di tutta la societa'". In Germania, non la pensano cosi', evidentemente, altri esponenti del Governo che si sono distinti per la virulenza delle loro critiche, peraltro palesemente infondate. E che hanno trovato sponda in ambienti cattolici dissenzienti dalla linea del Pontificato, come se Joseph Ratzinger fosse un nemico da battere a qualunque costo.
E dunque non conta nulla la verita' dei fatti, e cioe' che da arcivescovo di Monaco aveva proibito che un sacerdote pedofilo avesse incarichi pastorali, che suo fratello non c'entra per nulla con gli episodi incresciosi avvenuti a Ratisbona e - soprattutto - che nessuno nella Chiesa ne' fuori ha fatto quanto lui contro la piaga della pedofilia.
Attacchi a orologeria quelli dall'interno della Chiesa: domani si terra' infatti la terza riunione tra la Fraternita' San Pio X e i teologi incaricati dal Papa di un dialogo teologico con i tradizionalisti per arrivare il piu' presto possibile - come lui stesso ha auspicato lo scorso gennaio ricevendo la Congregazione della Dottrina della Fede cui ha affidato la responsabilita' delle trattive - alla piena comunione con Roma, completando il cammino di riconciliazione del quale lo stesso Ratzinger ha compiuto l'anno scorso il primo passo togliendo generosamente e senza contropartite le scomuniche ai vescovi illecitamente consacrati da mons. Marcel Lefebvre 22 anni fa.
L'approdo non sara' facile, ma il capo della Fraternita', mons. Bernard Fellay, lo ritiene possibile "se Dio vorra'". L'anno scorso gli attacchi mediatici seguiti alla remissione delle scomuniche, e che avevano un pretesto nelle folli dichiarazioni negazioniste di uno dei presuli perdonati, mons. Richard Williamson, peraltro poi ridotto al silenzio dal suo superiore diretto, sembrano oggi poca cosa rispetto alla bufera abbattutasi sulla Chiesa Cattolica a causa dello scandalo degli abusi sessuali.
Resta che entrambe le campagne mediatiche chiamano in causa ragioni nobili e condivisibili ma di fatto hanno poi nel mirino non i pedofili e gli antisemiti ma solo il Papa, un uomo che tanto sulla Shoah quanto sugli abusi ha assunto posizioni chiarissime e compiuto gesti certamente non ambigui.
Ed anche mercoledi' scorso, esprimendo la sua "profonda preoccupazione" per la dolorosa vicenda degli abusi, ha invitato a leggere integralmente la Lettera che sara' pubblicta domani, "con cuore aperto e in uno spirito di fede". “La mia speranza - ha detto - è che possa aiutare nel processo di pentimento, di guarigione e rinnovamento”.

© Copyright (AGI)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Raffa, ti segnalo di John Allen:
Memo to Munich: Get it Out Now!
http://ncronline.org/blogs/all-things-catholic/memo-munich-get-it-out-now
Mi pare dia un ottimo consiglio alla diocesi di Monaco per il bene della Chiesa e del Papa.
Alessia

Maria R. ha detto...

Dico solo che questo articolo è da INCORNICIARE!

mariateresa ha detto...

sì , il consiglio è buono. Anche se mi chiedo cosa sia conservato dopo 30 anni.Alcune persone sono morte, come il vescovo ausiliario. Insomma non vorrei che si dovesse ricorrere alle sedute spiritiche.
Il consiglio,a buon senso, mi sembra buono, almeno si può tentare ma non so perchè, cara Alessia, sento un odorino di ingenuità in questa proposta.
Ci sono troppi avvoltoi e troppi cacasotto in giro.