martedì 19 gennaio 2010

Clamorosa marcia indietro del settimanale francese “Marianne” sui suoi attacchi a Pio XII (Zenit)


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Marcia indietro del settimanale francese “Marianne” sui suoi attacchi a Pio XII

Pubblica l'articolo: “Pio XII: e se 'Marianne' si fosse sbagliato?”

PARIGI, martedì, 19 gennaio 2010 (ZENIT.org).

Dopo la pubblicazione di un articolo che evoca lo “scandalo della beatificazione di Pio XII”, il settimanale francese “Marianne” ha fatto marcia indietro sull'argomento.
“Il nostro articolo del 2 gennaio 'Il Papa che rimase in silenzio di fronte a Hitler', che ha affrontato il tema della possibile beatificazione di Pio XII, ha suscitato reazioni”, osserva la redazione di “Marianne”.
“Anche tra i nostri cronisti abituali. Tra questi, Roland Hureaux considera che, di fronte all'Olocausto, Pio XII agì come un uomo responsabile anziché dare lezioni”.
Nell'articolo, diffuso l'11 gennaio, Hureaux ricorda che i “dirigenti della Chiesa cattolica si situano dalla parte dell'etica della responsabilità”.
“Perché, contrariamente a ciò che possono far pensare alcuni, i buoni cristiani non sono adolescenti tardivi, e la Chiesa cattolica ha responsabilità effettive: quella, tra il 1939 e il 1945, di milioni di cattolici ma anche di centinaia di migliaia di ebrei rifugiati nelle sue istituzioni!”.
“E' estremamente immaturo pensare che il Papa potesse parlare indiscriminatamente senza preoccuparsi di questa responsabilità”, afferma.
Secondo il giornalista di “Marianne”, “nulla permette di dire che, in relazione a quella situazione, il Papa avrebbe potuto, essendo meno 'prudente', migliorare l'equilibrio tra bene e male”.
“Serve una presunzione singolare da parte di coloro che non hanno vissuto le stesse circostanze né hanno mai esercitato analoghe responsabilità per presentare giudizi a questo proposito”.
“Come ha detto Serge Klarsfeld, alcune parole solenni durante la retata degli ebrei di Roma avrebbero 'sicuramente migliorato la reputazione attuale di Pio XII'. Ma che criminale sarebbe stato se, per forgiare la propria immagine davanti alla storia o anche per preservare l'onore dell'istituzione, avesse sacrificato la vita di anche solo uno delle migliaia di bambini ebrei rifugiati nei giardini di Castel Gandolfo e in tanti conventi!”.
Roland Hureaux considera anche che bisognerebbe avere “una singolare ignoranza di quello che fu il regime nazista per immaginare che questo tipo di proclami avrebbero potuto commuoverlo”.
“Come si può dire che il Papa non abbia detto nulla contro il nazismo, quando fu lo sherpa della redazione, dall'inizio alla fine, dell'Enciclica Mit brennender Sorge (1937)?”, aggiunge.
Pio XII era “ossessionato dall'anticomunismo”. “Come sono leggere queste parole! Dimenticano che tra l'agosto 1939 e il giugno 1941 Hitler e Stalin furono alleati, si portò a termine un piano di sterminio dei sacerdoti e delle élites polacche e centinaia di migliaia di cattolici polacchi vennero assassinate. Ma non ci fu alcuna protesta memorabile”. “Perché? Non lo so”.
“Egli sapeva che, di fronte alla 'Bestia immonda', non sarebbe servito a nulla cercare di intenerire. Bisognava limitare in modo prioritario i danni senza alimentare la sua ira”.
“Di fatto – continua Roland Hureaux –, il vero mistero di Pio XII non è tanto il suo comportamento durante la guerra, ma la lettura che se ne è fatta 70 anni dopo. Com'è possibile che questo Papa, che era oggetto di elogi unanimi da parte del mondo ebraico (Ben Gurion, Golda Meir, Albert Einstein, Léo Kubowitski, segretario del Congresso Ebraico Mondiale, il Gran Rabbino di Roma, ecc.) e non era ebreo possa essere oggi così vilipeso?”.

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10 commenti:

Anonimo ha detto...

Vilipendiato!???!
Comunque articolo molto bello.

Raffaella ha detto...

Mi sono permessa di correggere io. Si tratta sicuramente di una svista.
R.

Anonimo ha detto...

Il problema è, come nota Koztoujours, che prima Marianne ha sparato in prima pagina lo scandalo della (futuribile) beatificazione, e il numero successivo ha pubblicato, senza segnalarlo in prima pagina, l'articolo riportato ora, sepolto ovviamente fra le macerie di Haiti. Intanto in Francia non si fa altro che sparare su Pio XII e oggi Le Monde chiama anche Camus per rinforzo.Eufemia

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

Queste finalmente sono parole di logica e di chi studia la storia non con il senno del poi, ma considerando il periodo storico reale, prendendo in esame le parole di chi aveva vissuto allora le vicende.
Oggi si usa la storia per fare politica! (non solo la storia, ma, purtroppo, anche la medicina, il clima ecc...)

Anonimo ha detto...

vorrei consigliare in merito la lettura del libro di Eugenio Zolli "Il rabbino che si arrese a Cristo" e vorrei anche sapere perchè non si parla quasi mai di queste conversioni meravigliose (anche in cielo si fa festa)

mariateresa ha detto...

tirano in causa Camus? perchè era uno storico? Allora ognuno di noi può tirare in ballo chiunque che sia vissuto allora. Anche mio nonno.Come esperto storico vale come Camus.E poi per aggiornarlo sui documenti storici divulgati di recente, cosa intendono fare? Comunicarli a Camus con una seduta spiritica per sapere cosa ne pensa?
Io ho notato comunque che i commenti del pubblico sui giornali francesi in molti casi sono molto più sensati di quelli dei giornalisti.Certi discorsi non scivolano giù unti come negli anni 70.No.
Naturalmente c'è il solito gruppone che reclama l'apertura degli archivi in Vaticano che permette di sembrare equanimi, incalza la Chiesa e invece è solo un pretesto dei miei zanetti.I documenti in archivio, ci scommetto il cappello, non cambieranno un tubo.
Non so voi, ma tante discussioni ed editoriali su questo argomento mi sembrano dei copioni di una recita di un teatro di periferia.
Battute stantie.

mariateresa ha detto...

caro anonimo, la conversione di Zolli è imbarazzante e seppellita sotto il tappeto. Anche del cardinale Lustiger non si poteva parlare per non urtare la sensibilità. E di Edith Stein. E di Massimiliano Kolbe. E, men che meno, di S. Paolo.

Béatrice ha detto...

Cara Raffaella,

"Marianne" non ha fatto nessuna "marcia indietro". Sono sicura di quello che affermo, conoscendo benissimo il giornale di cui si tratta. L'articolo di Zenit è sbagliato. Hureaux non è affatto un giornalista di "Marianne", ma un "haut fonctionnaire", e l'articolo è semplicemente una "tribuna", sul sito "web" del giornale.
Leggere qui: http://benoit-et-moi.fr/2010-I/0455009cf20864101/0455009d030dde50d.html
Con affetto

Béatrice

Raffaella ha detto...

Grazie per la precisazione, Béatrice :)
R.

Anonimo ha detto...

cara Maria Teresa, per quanto tempo ancora non dobbiamo urtare la loro sensibilità? E non sarà poi che in questo comportamento di sepolcri imbiancati (si parla tanto che non c'è ipocrisia in questo dialogo) ne va di mezzo la nostra dignità di credenti, mi permetto di dire che chi nella vita ha incontrato Cristo non può tacere proprio come i nomi che tu hai citato grazie un abbraccio