domenica 14 marzo 2010

«Abusi, massimo rigore». La linea di Benedetto XVI (Cardinale)


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«Abusi, massimo rigore» La linea di Benedetto XVI

DA ROMA GIANNI CARDINALE

Con Benedetto XVI la Chiesa cattolica procede con il massimo rigore nei confronti della sporcizia della Chiesa che si manifesta negli abusi sessuali sui minori. E i tentativi di coinvolgere il Papa in queste tristi vicende sono «falliti».
I mezzi di comunicazione della Santa Sede scendono in campo per proteggere l’immagine della Chiesa cattolica e quella del pontefice in particolare sottoposti negli ultimi giorni ad un vero e proprio assedio mediatico. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi (nella foto a destra), in una nota alla Radio Vaticana, ha fatto tre osservazioni.
Primo: il fatto che «la linea presa dalla Conferenza episcopale tedesca si è confermata la strada giusta per far fronte al problema nei suoi diversi aspetti». E cioè: «riconoscere la verità e aiutare le vittime, rafforzare la prevenzione e collaborare costruttivamente con le autorità – comprese quelle giudiziarie statali – per il bene comune della società». Tenendo sempre presente che «la questione del celibato non va in alcun modo confusa con quella della pedofilia». Seconda osservazione: citando l’intervista al 'pm' dell’ex Sant’Uffizio, monsignor Charles Scicluna, pubblicata ieri da 'Avvenire', Lombardi ribadisce che le norme in vigore «non hanno inteso e non hanno favorito alcuna copertura di tali delitti, ma anzi hanno messo in atto un’intensa attività per affrontare, giudicare e punire adeguatamente questi delitti nel quadro dell’ordinamento ecclesiastico». Ed è «giusto ricordare che tutto ciò è stato impostato e avviato quando il cardinale Ratzinger era prefetto della Congregazione. La sua linea è stata sempre quella del rigore e della coerenza nell’affrontare le situazioni anche più difficili».
Terza osservazione: Lombardi ricorda come l’arcidiocesi di Monaco «ha risposto, con un comunicato ampio e dettagliato, agli interrogativi circa la vicenda di un sacerdote che si era trasferito da Essen a Monaco di Baviera nel tempo in cui il cardinale Ratzinger era arcivescovo della città, sacerdote che si era poi reso colpevole di abusi».
«Il comunicato – spiega il portavoce vaticano – mette in luce come l’arcivescovo era rimasto del tutto estraneo alle decisioni in seguito alle quali si erano potuti verificare gli abusi». Per padre Lombardi è quindi «piuttosto evidente che negli ultimi giorni vi è chi ha cercato – con un certo accanimento, a Ratisbona e a Monaco – elementi per coinvolgere personalmente il Santo Padre nelle questioni degli abusi. Per ogni osservatore obiettivo, è chiaro che questi sforzi sono falliti». «Nonostante la tempesta, – conclude Lombardi – la Chiesa vede bene il cammino da seguire, sotto la guida sicura e rigorosa del Santo Padre». «Il rigore di Benedetto XVI contro la sporcizia nella Chiesa» è stato sottolineato da un articolo pubblicato in prima pagina dall’Osservatore Romano a firma del vescovo di Alessandria, Giuseppe Versaldi, anche in qualità di ordinario emerito di diritto canonico e psicologia alla Pontificia Università Gregoriana. «Bisogna dare atto a Benedetto XVI – ha sottolineato Versaldi – di aver impresso un impulso decisivo a questa lotta» contro gli abusi sessuali a danno di minori all’interno della Chiesa «grazie anche alla sua ultraventennale esperienza come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede».

© Copyright Avvenire, 14 marzo 2010

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