venerdì 18 giugno 2010

Il Vaticano prende le distanze dalla 'cricca' senza strappi. L'allergia di Joseph Ratzinger agli "affari" (Apcom)


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Inchiesta G8/ Vaticano prende distanze da 'cricca' senza strappi

Non convince difesa Bertolaso. Sepe? Ha letto giornali, è sereno

Senza strappi o pubbliche dichiarazioni, il Vaticano prende le distanze dalla 'cricca' degli appalti pubblici. E' da settimane che la Santa Sede viene lambita dalle indagini su Diego Anemone e Angelo Balducci. Quest'ultimo - sinora Gentiluomo di Sua Santità - è stato nominato a ottobre del 2001 consultore laico della congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli (Propaganda fide) assieme a Pasquale de Lise e Francesco Silvano.
E proprio a Silvano ha fatto riferimento il sottosegretario Guido Bertolaso a proposito di un appartamento nella centrale via Giulia di Roma. Ai magistrati che lo hanno interrogato, il capo della Protezione civile avrebbe riferito che Silvano - attualmente collaboratore a Napoli del cardinale Crescenzio Sepe - gli avrebbe messo a disposizione gratuitamente l'appartamento su indicazione dello stesso Sepe, a capo di Propaganda fide dal 2001 al 2006.
La versione è contestata dal proprietario dell'appartamento Raffaele Curi. Col passare dei giorni, ad ogni modo, in Vaticano è cresciuta la preoccupazione. Nessuna dichiarazione ufficiale, ma il Papa e il cardinal Bertone - scrive oggi il 'Corriere della sera' - chiedono maggiori controlli sull'utilizzo degli immobili romani di Propaganda fide. La difesa di Bertolaso, poi, non ha convinto molti nei Sacri palazzi. E le accuse alla Santa Sede rischiano di apparire indiscriminate agli occhi dell'opinione pubblica.
E allora è necessario chiarire, pur senza clamore, che Ratzinger non apprezza le rivelazioni che stanno emergendo.
La sua 'allergia' agli affari, del resto, non è nuova.
In occasione del Giubileo - il cui segretario generale era Sepe - l'allora cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ammise, nel 2000: "Debbo dire che sono un po' tra quelle persone che hanno difficoltà a trovarsi in una struttura celebrativa permanente".
Sempre in riferimento all'evento giubilare, Ratzinger ebbe a citare, in una conferenza, un brano del 1950 nel quale Giovanni Papini prospettava il rischio che l'anno santo dell'epoca si tramutasse "nella sarabanda degli interessi e degli agi moderni, in una vasta speculazione turistica, in una specie di kermesse euforica e mammonica".
Neppure il cardinale Crescenzio Sepe, da parte sua, si esprime pubblicamente. Se il 'Corsera' ricorda che Benedetto XVI non gli rinnovò il mandato a Propaganda fide e lo mandò a Napoli allo scadere del quinquennio, chi ha avuto modo di parlargli in queste ore riferisce che l'arcivescovo di Napoli è sereno. Certo stamane ha letto i giornali, come ogni mattina. Ma, dopo una tre-giorni con gli stati generali della diocesi per la conclusione dell'anno pastorale, è tornato tranquillamente a lavoro con i suoi preti e i suoi fedeli. Quanto a Propaganda fide, il dicastero gode di un'autonomia amministrativa ampia e gestisce un bilancio indipendente dall'Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa). Nato nel XVII secolo, esso gestisce quasi il 40% delle circoscrizioni ecclesiastiche della Chiesa cattolica mondiale. Sotto la sua amministrazione ricadono quasi tutte le diocesi africane, asiatiche e dell'Oceania. Un territorio immenso, che necessita di fondi ingenti. Motivo che ha spinto tutti i Pontefici a dotare Propaganda fide di un cospicuo patrimonio, anche immobiliare. Normale - si sottolinea allora in Vaticano - che gli immobili vengano affittati a prezzi di mercato. Dubbi, invece, i metodi di gestione adottati nel corso degli anni. Anche il cardinale prefetto Ivan Dias, alla guida del dicastero fino al compimento dei 75 anni ad aprile 2011, lo sa. E allora, senza strappi, il Palazzo apostolico prende le distanze dalla cricca.

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I problemi non si risolvono da soli! C'e' stato un tempo in cui la "prudenza" della Santa Sede era una grande virtu' perche' consisteva nel far "decantare gli eventi".
Ora non e' piu' possibile perche' i mass media offrono spesso immagini distorte che, se non corrette IN TEMPO, sedimentano e diventano luogo comune.
C'e' stato un tempo in cui la Santa Sede godeva, per cosi' dire, di una sorta di "immunita' mediatica" per cui molti alti prelati (tranne il card. Ratzinger, bersaglio perfetto ieri, come il Papa oggi) erano intoccabili.
Ora non e' piu' cosi' anche se in realta' il trattamento riservato a certi notabili non e' lontanamente paragonabile alla campagna di fango permanente costruita intorno al Papa
.
R.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Raffaella,

qui non si tratta di campagna contro il Papa, qui si tratta di vergogna gettata su tutta la Chiesa e non per colpa dei media!
Questo è fango sulla Chiesa per colpa di ALCUNI suoi alti rappresentati.
Non facciamoci prendere dalla sindrome berlusconiana dell'accerchiamento: sono tutti complotti.
Che propaganda fide fosse intrallazzato per i suoi immobili con politici di destra e sinistra non è cosa nuova e cosa di oggi, esce oggi perché i suoi amici sono indagati.
La verità è che il Vaticano usa metodi troppo troppo blandi per punire i suoi membri: la punizione massima è lo spostamento. E più sono alti in "grado" e più sono coperti.
Come credi che un cittadino normale come me, che cerca di vivere onestamente, che paga le tasse, che magari, come me, perché presenta due cud deve pagare quasi uno stipendio di tasse in più, come credi che si senta un cattolico o un non cattolico a leggere di un cardinale che fa affari con vari corrotti, che li fa nominare Balducci consultore del dicastero? Come si dovrebbe sentire un comune cattolico nel leggere che un cardinale così intrallazzato con questi delinquenti venga semplicemente spostato da Roma a Napoli e mantenga tutti i privilegi dell'essere cardinale?
Forse in Vaticano non si rendono conto dell'effetto che ciò ha sui fedeli.
Io spero e prego che Benedetto abbia la forza di fare pulizia.
Jacu

Raffaella ha detto...

Ciao Jacu, mi sono espressa probabilmente male.
Non ho parlato di complotto dei media ma della politica dei due pesi e due misure che essi adottano: se nella questione degli appalti fosse coinvolto il Papa avremmo titoli a caratteri cubitali.
Qui invece siamo al secondo giorno e gia' non ci sono richiami di grido.
I media fanno il loro lavoro, solo che dovrebbero usare la stessa moneta con tutti e pubblicare le rettifiche quando si dimostra che hanno preso sonore cantonate.
R.
Nel caso della cricca si puo' dire tutto ma non che sia un complotto contro il Papa, anzi...finalmente si scrivono delle verita' sull'atteggiamento di Ratzinger nei confronti degli "affari".

Anonimo ha detto...

In libreria, da anni oramai, vedo montagne di libri sugli affari economici del Vaticano, io non li compro e non li leggo.
Forse però qualcuno in Vaticano dovrebbe aprirli, leggerli e fare le sue debite ricerche: se i dati di tali libri sono veri, qualcuno deve pagare; se non sono veri gli autori devono essere denunciati.

Che propaganza fide fosse coinvolta in questi giri si sentiva da parecchio tempo e già si leggeva sui giornali e ne ero al corrente anch'io che non abito vicino a Roma, e infatti lo scrissi giorni fa su un post: mi stupivo del fatto che non si fosse segno di disagio di fronte a questa vicenda. Bisogna aspettare che un giudici mandi a chiamare Sepe per voler fare chiarezza? Ma nei sacri corridoi queste notizie non arrivano? E se arrivano perché non si agisce? Se Pepe fu trasferito perché si aveva sentore di tali vicende, perché non si agì con maggiore durezza?
Che un cardinale di Santa Romana Chiesa venga convocato da un tribunale, non certo per aver proclamato il Vangelo con troppo coraggio, per aver parlato ad alta voce contro il disfacimento della famiglia, ma per reati di corruzione, mi provoca un grande dolore.
Sembra che il Vaticano non abbia anticorpi contro i crimini dei suoi cittadini; sembra da fuori quasi una cricca autoreferenziale, al di sopra della legge, e che non deve rendere conto a nessuna.
Forza Benedetto, fai pulizia!!
Jacu